Il Caso Kerenes di Călin Peter Netzer – recensione

Cornelia (Luminita Gheorghiu), ricca esponente dell’alta società rumena, abituata a vedere esaudito (o acquistato) ogni suo desiderio, ha un grosso cruccio: il comportamento del figlio Barbu (Bogdan Dumitrache) nei suoi confronti. Il piccolino di famiglia, che ha circa trent’anni, con modi bruschi e male parole cerca infatti da tempo di fuggire dalla bolla d’influenza materna, con scarsi risultati da parte sua e molta delusione da parte dell’ingombrante genitrice. L’occasione per il riavvicinamento, però, che Cornelia attende come un ragno sulla tela, arriva, incarnandosi inaspettatamente in una tragedia, l’omicidio colposo che commette Barbu investendo un ragazzino di condizioni modeste con il suo fuoristrada.il caso kerenes

 

Senza nemmeno preoccuparsi delle condizioni psicologiche del figlio, la donna entra in azione, piegandosi ad ogni bassezza e intrallazzo pur di scagionare il suo unico pargolo dall’accusa di omicidio colposo. I suoi tentativi di corruzione, però, lungi dal conquistare la stima e l’affetto filiale, portano Barbu a disprezzare ancora di più la madre, interessata solo in apparenza a fare il suo bene.

Nel più ampio contesto della critica alla borghesia rumena, persa tra feste, mazzette e scambi di favori, il regista mette così a fuoco un forte centro emotivo: il conflitto tra un figlio che cerca di liberarsi dal morboso attaccamento genitoriale e una madre che, ossessionata dal benessere di quel figlio, lo castra fino a non consentirgli una vita serena.

Il Caso Kerenes , in questo senso, è un film claustrofobico: toglie il fiato nella sua apparente semplicità e porta alla luce un tipo di amore materno malato, teso a mantenere un figlio adulto nella Child’s Pose, cioè nella posizione di dipendenza totale del bambino nel ventre materno, del titolo originale. Cornelia vuole essere madre e compagna, figura cardine e artefice unica di ogni felicità ed esperienza di vita del proprio cucciolo.

La coraggiosa scelta del soggetto, però, riesce a trasformarsi in una grande opera cinematografica solo grazie all’eccezionale regia di Netzer, che trasmette allo spettatore quel senso d’impotenza, ribellione sedata e amore misto ad odio di un figlio vigliacco, e all’ottima interpretazione di Gheorghiu e Dumitrache, veri catalizzatori della vicenda.

Le inquadrature vicine, i movimenti di macchina sporchi, la fotografia livida e la pertinenza dei dialoghi, così precisi e capaci di trasmettere un indefinito senso di disagio da sembrare più autentici del reale, esasperano lo spettatore dando forza al sentimento preminente, quello del rapporto madre-figlio.

Giustamente vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino, Il Caso Kerenes uscirà nelle sale italiane il 13 giugno. Un pugno nello stomaco caldamente consigliato.

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