Il cassetto segreto, recensione del film di Costanza Quatriglio

Il film è stato presentato alla 74° Berlinale.

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Il cassetto segreto, diretto da Costanza Quatriglio, è un’opera documentaristica che fonde memoria personale e memoria collettiva in un intenso viaggio attraverso la storia e la cultura della Sicilia, dell’Italia e del mondo. Il film prende forma dall’imponente lavoro di catalogazione e donazione dell’archivio del padre della regista, Giuseppe Quatriglio, giornalista di fama storica e figura centrale nel panorama culturale siciliano.

 

Il cassetto segreto, la nascita del progetto

“La scoperta di oltre 60.000 negativi fotografici scattati da mio padre dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore, mi ha fatto comprendere che avevo la possibilità straordinaria di realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti – ha dichiarato la regista Costanza QuatriglioCosì la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto personale e articolato che si dipana dalle sue mura per abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di storia.”.

La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza Quatriglio torna nella casa dov’è cresciuta, chiusa da tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla Regione Sicilia l’universo di conoscenza appartenuto al padre giornalista. È la biblioteca e l’archivio di Giuseppe Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia e di altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di cultura del Novecento. Comincia così un viaggio sentimentale attraverso fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate dal padre dagli anni ‘40 in poi in Europa e nel mondo, e le riprese effettuate dalla regista tra il 2010 e il 2011 con lui quasi novantenne. La memoria personale e la memoria collettiva si mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza, dove il punto di osservazione diventano Palermo e la Sicilia.

Aprire, sfogliare, catalogare, scoprire

Il documentario si apre con una registrazione del padre della regista che la apostrofa, fintamente risentito, dicendole che è andata ad aprire proprio “quei cassetti segreti”, ovvero quegli archivi personali che daranno poi inizio alla storia, che si rivelerà ricchissima, densa e soprattutto universale. All’inizio del racconto, Costanza/personaggio/voce narrante ritorna nella casa in cui è cresciuta, chiusa da tempo, per dare inizio al processo di donazione dell’archivio del padre alla Regione Sicilia. Il gesto di aprire, sfogliare, catalogare il lavoro di una vita di suo padre dà inizio a un viaggio sentimentale attraverso fotografie, registrazioni sonore, bobine 8mm e altre testimonianze del lavoro e della vita di Giuseppe Quatriglio. Attraverso questo viaggio, il film esplora non solo la vita del giornalista, ma anche la storia e la cultura della Sicilia, offrendo uno sguardo intimo e toccante sulla memoria collettiva dell’isola.

Uno degli strumenti più efficaci nelle mani di Quatriglio è senza dubbio il montaggio che utilizza con destrezza per creare un flusso narrativo coerente, accompagnando lo spettatore in un viaggio emotivo attraverso le varie tappe della vita e della carriera di Giuseppe Quatriglio. Il documentario offre infatti uno sguardo unico sulla storia del Novecento, dai momenti di gioia e di celebrazione ai periodi più bui e tumultuosi.

Un racconto personale che diventa universale

A questo aspetto, che mette in evidenza la componente pubblica e collettiva del racconto, la regista alterna l’auto-rappresentazione di sé nel gesto di aprire, sfogliare, ascoltare, guardare, leggere. Immersa nelle carte paterne, Quatriglio diventa Costanza che ascolta i suoi vagiti, guarda le sue foto, ricostruisce i momenti in cui lei, bimba, posava per i famosi artisti che frequentavano la sua casa.

In questo perfetto equilibrio tra le parti, Il cassetto segreto è sì un omaggio commovente a papà Giuseppe, ma anche una testimonianza dell’intellettuale Quatriglio e del suo lascito in termini di osservazione e contributo alla siciliana e italiana. Attraverso le parole e le immagini lasciate dall’uomo, il film celebra il suo spirito avventuroso, la sua passione per il giornalismo e la sua dedizione alla memoria e alla storia.

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