Il Dilemma: recensione del film di Ron Howard

Il Dilemma recensione film

Come ti comporteresti se scoprissi che la moglie del tuo migliore amico lo tradisce? E se tutte le tue certezze sulla vita di coppia fossero basate su un matrimonio fedifrago? Sono le domande alle quali si trova costretto a rispondere Vince Vaughn, co-protagonista insieme a Kevin James di Il Dilemma, ultimo film di Ron Howard, dal 20 maggio al cinema.

 

Dopo la parentesi ‘browniana’ Howard ritorna alla commedia e lo fa con il suo stile sobrio, la sua limpidezza formale e la sua grande capacità di coinvolgere emotivamente il pubblico attraverso lo scandagliamento viscerale dei suoi personaggi. Perché lontano dal trend di mercato, il buon vecchio Ron ci offre uno spaccato anche profondamente doloroso di una generazione che in America (come nel resto del mondo) non riesce più a trovare il suo posto all’interno della società, rivelandosi profondamente inadatto anche rispetto alla vita di coppia.

Il Dilemma che poteva trasformarsi in una già vista commedia degli equivoci, racconta invece con estrema lucidità e con un sorriso amaro il dilemma, appunto, di quest’uomo che si trova in una posizione difficile verso l’amico tradito dalla moglie, ma anche verso se stesso, poiché credeva nel matrimonio grazie all’apparente perfezione di quello del suddetto amico. Howard riesce anche a misurare con attenzione l’esuberanza di Vaughn e James, che sono abituati a tutt’altro tipo di risate, mentre sceglie con cura le due protagoniste femminili: Winona Ryder, la fedifraga isterica, sembra aver trovato una nuova giovinezza al cinema, mentre Jennifer Connelly riesce ancora ad offrire un ritratto onesto e sensibile di una donna comune, straordinariamente bella e perfetta.

Il finale sincero e realistico è in sintonia con il tono del film, rientrando in quei pochi casi in cui l’autore ha il coraggio di mostrare i fatti così come andrebbero se si trattesse di situazioni reali invece che di storie di finzione. Il Dilemma è un film da vedere, per ridere in maniera intelligente e per farsi anche un po’ trascinare dalla sua amarezza.

- Pubblicità -