Il mio vicino Adolf, recensione del film con David Hayman

In un unione di tragedia e commedia, Il mio vicino Adolf racconta le vicende di un anziano sopravvissuto alla Shoa.

il mio vicino Adolf

Programmato in uscita nelle sale italiane per il prossimo 3 novembre, Il mio vicino Adolf è una commedia diretta dal regista israeliano Leon Prudovsky e scritto dallo stesso in collaborazione   con Dmitry Malinsky. Il film, pur trattando la tematica dell’olocausto, si mantiene molto leggero ed ironico. Nel cast ritroviamo l’attore scozzese David Hayman (Macbeth, il bambino con il pigiama a righe), il quale interpreta uno dei due protagonisti, il signor Polsky, insieme al tedesco Udo Kier (American Animals, figlia mia). Il mio vicino Adolf è stato prodotto congiuntamente da Israele e Polonia, e distribuito da Wonder Pictures.

Il mio vicino Adolf: il tedesco della porta accanto

Sud America, anni 60. L’anziano signor Polsky vive isolato da tutto e da tutti nella sua casa in collina. La sua esistenza calma e tranquilla è dedicata interamente a leggere le strategie di scacchi sul giornale e ad accudire meticolosamente il suo cespuglio di rose nere, unico ricordo della sua amata e della sua famiglia. La sua pace si interrompe quando, un giorno, un individuo sospetto, il signor Herzog, si trasferisce nella casa accanto, grazie all’ausilio della signora Kaltenbrunner (Olivia Slihavy). Dopo le immediate antipatie per via di alcune controversie riguardo ai confini tra le due proprietà, e dopo aver visto Herzog negli occhi, il signor Polsky si convince di una folle teoria: il suo nuovo vicino di casa è Adolf Hitler. Farà di tutto per dimostrare questa sua convinzione, dalle innocue ricerche fino ad introdursi in casa del vicino alla ricerca di prove. Ciononostante, i due anziani vicini riusciranno a legare, fino ad avere un vero rapporto d’amicizia, tramite una passione in comune: gli scacchi.

il mio vicino Adolf
Il signor Polsky che spia Herzog dalla finestra.

Il mio vicino Adolf: dramma e commedia

L’elemento veramente interessante di un film come Il mio vicino Adolf è la perfetta coesistenza di comicità e di tematiche storiche serie. In particolare, in questo caso possiamo notare come l’evento della Shoa, e come è stato elaborato da un sopravvissuto, il Signor Polsky, venga articolato in una pellicola tutt’altro che pesante. Nella storia del cinema si ritrovano altri esempi di opere simili. Si pensi al Grande Dittatore, film di Charlie Chaplin che ironizza sulla figura stessa di Hitler, o, volgendo lo sguardo a film più recenti, a Jojo rabbit. Inoltre, in Il mio vicino Adolf, gli elementi della vicenda che dovrebbero portare maggiore drammaticità vengono lasciati latenti e poco sviluppati, come la morte della famiglia di Polsky. Sono presenti nel film solo in alcuni singoli fotogrammi, come la foto di famiglia sullo scaffale o il numero identificativo tatuato sull’braccio di Polsky. A questi pochi fattori di dramma, si alternano diverse scene di piena commedia: i commenti da parte dei due anziani signori sulla signora Kaltenbrunner, l’ultima prova che Polsky chiede a Herzog per dimostrare di non essere Hitler.

Da un punto di vista prettamente linguistico, si può trovare molto curiosa la presenza di un persistente multilinguismo nel film, guardando il mio vicino Adolf in lingua originale. Le vicende si svolgono in Sud America, quindi le persone locali nel film parlano lo spagnolo, come ad esempio nel caso del postino. Invece, sia Polsky che Herzog parlano in tedesco, ma, comunicando tra loro o con la signora Kaltenbrunner, utilizzano l’inglese.

Herzog e Polsky: nemici amici

Tutte le vicende di Il mio vicino Adolf ruotano attorno a due soli personaggi coprotagonisti: il polacco ebreo Polsky e Herzog, il suo vicino tedesco. Queste due figure inizialmente sembrano essere antitetiche. Il primo vive un’esistenza umile e semplice, in una casa molto spoglia, mentre il secondo è più elegante e curato, sia nel vestiario che nell’arredamento della propria abitazione. Anche i rapporti che si istaurano tra i due anziani sono inizialmente molto tesi. Polsky, sopravvissuto all’olocausto, sembra non riuscire a superare al massimo il trauma subìto e questo lo porta a vedere da subito questo suo vicino di casa come una figura invadente, che rovina la sua quieta vecchiaia, e poi anche come una figura nemica. Dall’altro lato il signor Herzog si presenta in partenza come un individuo misterioso, nascosto dietro degli occhiali da sole e dietro la signora Kaltenbrunner. I due riusciranno poi ad instaurare un rapporto grazie agli scacchi e scopriranno di non essere poi così diversi.