In dubious battle recensione del film di e con James Franco

In Dubious Battle

In dubious battle è stato presentato l’anno scorso nella sezione Cinema in giardino del Festival di Venezia, e ora esce in sala a partire dal 7 settembre.

 

Jim Nolan (Nat Wolff) aderisce al partito comunista della sua cittadina, e trova in Mac Mc Cloud (James Franco) un mentore da seguire e da cui farsi ispirare. Mc Cloud sta cercando di organizzare uno sciopero di raccoglitori di mele, il cui salario viene ridotto arbitrariamente dai datori di lavoro.

Grazie alle parole di Mc Cloud, ma anche all’aria onesta di Nolan, molti dei raccoglitori si convincono che lo sciopero sia la soluzione migliore, anche se costerà loro ulteriori sacrifici.

Una volta mescolatosi con i raccoglitori, il giovane Jim Nolan non può che empatizzare con loro e innamorarsi di Lisa (Selena Gomez), tutti fattori che alimentano i dubbi sulla sincerità dell’operato del partito e di Mac McCloud.

Nuova prova di regia per James Franco, che adatta nuovamente un grande autore americano per il cinema, dopo aver portato sullo schermo Faulkner (As I lay Dying) e Mc Carthy (Child of God), avvicinandosi così, sia per lo stile di regia che per i contenuti a John Ford.

In dubious battle è infatti l’adattamento di un’opera di John Steinbeck, autore di Furore, portato sul grande schermo appunto da Ford. Come molte delle opere di Steinbeck, e le prime di Ford, il focus è sui lavoratori e gli operai che contribuiscono a far crescere gli Stati Uniti ma che spesso sono sfruttati da datori di lavoro interessati più al profitto che al benestare dei propri dipendenti.

James Franco parla di un argomento che da sempre è tabù o di difficile discussione negli Stati Uniti: i sindacati e i diritti dei lavoratori, e lo spettro, se così si può chiamare, di comunismo che questa parola porta con sé.

Quello che emerge però nella messa in scena del regista, è l’ipotesi della correttezza dell’operato degli attivisti nei confronti dei lavoratori; il film si mantiene in equilibrio tra il bene e il male, tra il sospetto che il partito usi qualsiasi mezzo per portare avanti le sue posizioni e le sue azioni e la certezza che lo faccia per il bene dei lavoratori.

In questa sospensione si mantiene la pellicola per tutta la sua durata, così come il suo protagonista Jim, che non riesce ad amare completamente il suo mentore, ma non riesce neanche a contestarlo, neanche di fronte alle azioni più turpi.

Per In dubious battle, Franco mette poi insieme un cast eterogeneo, che probabilmente punta ad attirare un pubblico più possibilmente variegato: da un lato mostri sacri come Ed Harris e Robert Duvall, oltre che il recentemente scomparso Sam Shepard; dall’altro alcuni idoli “pop” tra cui lui stesso, che si ritrova, come il suo film, in bilico tra le commedie demenziali con Seth Rogen e l’impegno in teatro e nelle università con i classici dei grandi autori americani, Nat Wolff, visto in Paper Towns al fianco di Cara Delevingne, e Selena Gomez, diva di Instagram, già però utilizzata in un ruolo distante dalle sue corde da Harmony Korine in Springbreakers.

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Alice Vivona
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Alice Vivona
Laureata in filmologia all'universitá Roma Tre con una tesi sul cinema afroamericano. Si guadagna il pane facendo la video editor, ma ama scrivere dei film che vede, anche su superficialia.tumblr.com Scrive per cinefilos da Settembre 2010
in-dubious-battle-recensione-del-film-di-e-con-james-francoNella sospensione si mantiene la pellicola per tutta la sua durata, così come il suo protagonista Jim, che non riesce ad amare completamente il suo mentore, ma non riesce neanche a contestarlo, neanche di fronte alle azioni più turpi.