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Jack Reacher – La Prova Decisiva: recensione del film con Tom Cruise

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Jack Reacher – La Prova Decisiva: recensione del film con Tom Cruise

Dal 3 gennaio arriverà nelle sale italiane Jack Reacher – La Prova Decisiva, il cavaliere errante Jack Reacher, assetato di giustizia e di nobili propositi, un eroe post-moderno dall’identità liquida e cangiante, la cui aura di mistero e lucida spregiudicatezza lo renderà, sicuramente, un gradito paladino metropolitano.

Christopher McQuarrie prende in prestito La prova decisiva, il nono romanzo della saga dedicata a Jack Reacher di Lee Child e, entrando in simbiosi con la sua profonda enigmaticità e sfaccettata nota action – già di per se molto cinematografica – si affida all’eloquenza mimica di Tom Cruise, per interpretare il mondo celato e contraddittorio, che lo sguardo fuorviante di Jack Reacher nasconde. Bastano pochi minuti a innescare un criptico gioco di rimandi e a minare l’inconfutabile certezza di prove ritenute fino a quel momento schiaccianti. Una sete di verità pervade le nostre menti: chi è Jack Reacher?

L’unico in grado di risolvere questo fosco cocktail di dubbi, è il nostro caro Jack Reacher (Tom Cruise), un ex militare-investigatore che, nel pieno rispetto del suo status di eroe onnisciente e onnipresente, piomba sulla scena del crimine all’improvviso, come piovuto dal cielo, per condurre la sua personale e volitiva battaglia verso la verità.

Jack Reacher – La Prova Decisiva, il film

Un fiuto da cane da caccia, un animo solitario e nomade in grado di risvegliare il suo granitico spirito quando si tratta di mettersi al servizio della giustizia. L’astuzia e la destrezza di una volpe, l’ossessione per i piccoli dettagli e una smodata dimestichezza a scavare nelle vite altrui. Tutto quello che serve per costruire un personaggio invincibile, in grado di spogliare anche la sua più remota parvenza di umana sensibilità, di ogni senso logico.

Un personaggio dal fascino magnetico e dalla faccia da schiaffi, costruito su misura per un attore dall’ego smisurato come Cruise che, completamente a suo agio nel panni del paladino superomistico, lo carica di prestigio e infinita passione.

Un film che si fregia di una regia sopraffina dove, la lentezza narrativa riesce nel ponderato intento di acuire la tensione. Scelta questa che fa di Jack Reacher – La prova decisiva, un action senza quella sfrenata e adrenalinica dose di azione che caratterizza un film appartenente al genere – fatta eccezione per l’unico suggestivo e ansiogeno inseguimento automobilistico piazzato a metà del film – ma arricchito di una nota torbida e sfuggente che rivela la sua natura mentale di thriller.

Che dire poi del raccapricciante criminale Zec, interpretato da un magistrale Werner Herzog che, con un corpo sfregiato e un’irrazionale voglia di annichilire l’umanità che lo circonda, rappresenta l’antieroe americano per eccellenza, facendo da contraltare all’esagerato e patinato machismo di Tom Cruise, l’uomo in grado di sconfiggere orde di malfattori, sempre con un ghigno sorridente sulla bocca e quella spigliata nonchalance che non gli fa versare neanche una goccia di sudore. Qualche stereotipo di troppo, ma un godibile intrattenimento che non ci fa pesare le oltre due ore di film.