La Befana vien di Notte: recensione del film con Paola Cortellesi

La Befana vien di Notte trailer

Dopo tante commedie italiane, più o meno tutte simili, con ben poco di natalizio se non la data di uscita in sala, Lucky Red, Rai Cinema e 3 Marys Entertainment offrono al pubblico italiano il frutto della loro nuova collaborazione, La Befana vien di Notte, diretto da Michele Soavi, che torna al cinema dopo dieci anni, e interpretato da Paola Cortellesi e Stefano Fresi, un film che ha invece molto a che fare con la tradizione festiva, quella italiana, in particolare.

 

La storia di La Befana vien di Notte, ideata e scritta da Nicola Guaglianone, sfrutta infatti la tradizione della Befana, una figura tutta italiana che allunga di qualche giorno il periodo festivo, che comincia con le celebrazioni natalizie. Lo sceneggiatore punta sulla fiaba, la contamina con atmosfere cupe e aggiunge le suggestioni del cinema per ragazzi degli anni ’80. I protagonisti sono infatti dei ragazzini che si sentono chiamati a una missione di salvataggio, quando scoprono che la loro maestra, che di notte si trasforma nella vecchina “con le scarpe tutte rotte”, è stata rapita.

La Befana vien di Notte, il film

Purtroppo però Guaglianone scrive una fiaba senza pathos, senza un antagonista che faccia paura, senza la cattiveria che rende il trionfo dei buoni più gustoso (trionfo inevitabile, a quanto pare), non abbraccia in pieno il fantasy, punto di partenza di questa storia, e il risultato è un appiattimento degli spunti che poteva offrire un film di genere nel panorama cinematografico italiano.

A poco serve la perizia del regista Soavi, che torna in sala dopo Il sangue dei vinti (2008). La regia non basta a salvare una scrittura “di sicurezza” che evita ogni complicazione e si tuffa nel citazionismo, passando dagli ormai immancabili Goonies, fino a E.T., senza però possedere il coraggio di abbandonarsi al genere e sfruttarne le potenzialità, raccontando cioè una fiaba edulcorata che esula dalla gloriosa tradizione del genere narrativo, che invece gode di complessità, stratificazione e gradi di lettura di diversa profondità.

Nemmeno per un istante siamo in pena per i giovani protagonisti o per la Befana/maestra rapita; le scenografie curate non bastano a mantenere credibile l’atmosfera; l’incoerenza di molti passaggi di trama rende ancora più manifesta la fretta con cui il progetto sembra confezionato. A nulla serve che la Cortellesi e Fresi siano due volti noti, amati e capaci, La Befana vien di Notte non riesce a scrollarsi di dosso la mediocrità del cinema italiano fatto senza ispirazione e senza il coraggio di abbracciare davvero il genere e rispettarne i canoni.

L’intenzione di realizzare un fantasy che comprende, per sua stessa natura, dei momenti cupi, si infrange contro la necessità, forse produttiva, di rendere il film più accessibile possibile a larghissime fette di pubblico. Il risultato è però approssimativo e non sfrutta certo le intuizioni di partenza che potevano essere abbracciate con più convinzione, a partire dalla fase di sceneggiatura.

Il trailer de La Befana vien di Notte

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
la-befana-vien-di-notteL’intenzione di realizzare un fantasy che comprende, per sua stessa natura, momenti cupi, si infrange contro la necessità, forse produttiva, di rendere il film più accessibile possibile a larghissime fette di pubblico. Il risultato è però approssimativo e non sfrutta certo le intuizioni di partenza che potevano essere abbracciate con più convinzione, a partire dalla fase di sceneggiatura.