La Migliore Offerta: recensione del film di Giuseppe Tornatore

La Migliore Offerta

La Migliore Offerta, il film di Giuseppe Tornatore La Migliore Offerta con protagonista Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks e Donald Sutherland.

 

Virgil Oldman è un uomo colto e solitario, molto ricco ed altrettanto maniacale nel suo lavoro e nelle sue abitudini. La sua ritrosia nei confronti degli altri, specie delle donne, è pari solo alla sua affidabilità come antiquario e battitore d’aste.

Il giorno del suo sessantatreesimo compleanno  Virgil riceve la telefonata di una ragazza interessata a stimare e vendere il grande patrimonio della sua famiglia. L’incontro con questa donna cambierà per sempre Oldman consegnandolo all’incertezza e alla sfida che spesso i rapporti umani rappresentano.

Dopo l’impresa titanica di Baaria, il regista ritorna alle più fortunate ed apprezzate atmosfere thriller e alle ambientazioni mitteleuropee già incontrate nel fortunato La Sconosciuta. Nel raccontare la storia di Virgil Oldman e della sua trasformazione nel momento in cui conosce una donna misteriosa quanto bella Tornatore indugia volentieri sugli schemi e le consuetudini del genere thriller, mischiando così originalmente una storia d’amore con le atmosfere fatte di suspense e tensione che poco si confanno ad una storia romantica ma che rappresentano alla perfezione gli stati d’animo del protagonista.

Un incredibile Geoffrey Rush infatti, calzato perfettamente nella parte, ci fa scoprire e apprezzare le continue variazioni che il personaggio subisce e le resistenze che fa cadere, volontariamente o no, ad ogni incontro con la misteriosa Miss Claire. La maggior parte del film infatti fa perno sull’incontro e il progressivo avvicinamento dei due, così impauriti e indifferenti al mondo, fino a che non si ritrovano a provare l’uno per l’altra una strana e insicura attrazione, che li costringe a fare i conti con il mondo esterno fisicamente allontanato da Claire e vissuto con le dovute “protezioni” da Virgil.

La Migliore Offerta

Nonostante lo spunto affascinante e originale e la messa inscena di gran classe, Tornatore non rinuncia al barocchismo che ormai gli è proprio, dilungando il racconto per più di due (inutili) ore, e alla tentazione di lasciare lo spettatore con un dubbio, forse nemmeno troppo oscuro, che lascia l’amaro in bocca e che porta alla convinzione che il Virgil solitario, impaurito e freddo incontrato all’inizio del film avrebbe fatto meglio a rimanere arroccato nel suo mondo fatto di donne dipinte e guanti di pelle per proteggersi dalla pelle altrui.

Una grande produzione italiana con un cast internazionale ben calibrato e perfettamente centrato nelle parti (ricordiamo tra gli altri un Jim Sturgess particolarmente azzeccato nel ruolo dello scaltro Robert) alle prese con una storia originale e toccante. Il film sarà in sala dal 1 gennaio 2013.

- Pubblicità -