Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero: recensione

Le Cronache di Narnia- il Viaggio del Veliero recension

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero è il terzo capitolo della saga per ragazzi convertita sullo schermo e diretta per i primi due capitoli da Andrew Adamson, lo stesso dei due primi Shrek (i migliori di sempre), e che questa volta lascia lo scettro della regia a Michael Apted. Ritroviamo in questo film Skandar Keynes nel ruolo di Edmund e Georgie Henley in quello di Lucy.

 

Ne Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero Peter e Susan sono ormai grandi, e già ne Il Principe Caspian abbiamo sentito che non torneranno più a Narnia. Adesso tocca a Lucy ed Edmund, i due fratelli minori, affrontare il loro ultimo viaggio nel paese del leone Aslan, ma con sorpresa si porteranno dietro anche l’antipatico e saccente cugino Eustace. Ricomincia così l’avventura, a bordo di un grande veliero (quello del titolo appunto) capitanato da una variegata ciurma agli ordini dell’ormai Re Caspian, conosciuto nel secondo film. Come nei due precedenti film che compongono la saga de Le Cronache di Narnia, anche il terzo capitolo, Il viaggio del veliero, si distingue per la scelta, condivisibile, di lasciare molto spazio al mondo dell’infanzia, al coraggio e ai buoni sentimenti, che presi a piccole dosi offrono un bello spettacolo per i più piccoli, ma forse un po’ noioso per il pubblico adulto che ormai è avvezzo ai film d’animazione ‘per adulti’ come Shrek e il recente L’illusionista.

Le Cronache di Narnia: il Viaggio del Veliero, il film

La storia si dipana però in maniero troppo graduale dando a metà film l’impressioni di doversi protrarre eccessivamente nel tempo e spaventando chi, già a quel punto, si è annoiato. La sceneggiatura, come è noto, si basa sul terzo volume della raccolta di C.S.Lewis che sulla scia del collega Tolkien, ha elaborato, con risultati decisamente più modesti, questo mondo parallelo creatosi del ruggito di un leone/Dio che governa sul suo equilibrio. La regia, a parte qualche guizzo particolarmente epico a seguire le peregrinazioni e i volteggi in questo mare fantastico, non offre particolari spunti. Risulta comunque buona e all’altezza dell’immaginario da video-game che accomuna la giovane platea del 2010. Ritorna la colonna sonora dei due film precedenti, con qualche variazione sul tema ma sempre efficace, senza troppi guizzi artistici, ma sicuramente funzionale.

Quello che soddisfa a pieno lo spettatore è la grafica computerizzata, sempre più simile alla realtà e molto più espressiva dei giovani protagonisti, che purtroppo non rendono giustizia ai re e alle regine di Narnia su carta. Su tutti spicca per cattiva recitazione il Re Caspian Ben Barnes, che abbiamo già visto nel film precedente della serie e che è stato scelto, a sorpresa, per interpretare il Dorian Gray del film di Parker. Ci stiamo ancora chiedendo cosa mai abbia portato a questo tipo di scelta…

Quello che però nuoce davvero al film è il 3D. Ancora una volta un film girato ‘a due dimensioni’ è stato convertito e proiettato con l’aiuto della tecnologia stereoscopica con risultati davvero disastrosi: non solo il cosiddetto 3D non è funzionale alla storia (almeno per il modo in cui è stato utilizzato), ma rischia di aumentare la sensazione di fastidio nel guardare un film carino ma che non brilla per eccellenza. Una minuscola parte è riservata alla splendida Tilda Swinton che torna ad interpretare, nel ricordo di Edmund, la Strega Bianca Jadis, terribile nemico nel primo film.

- Pubblicità -