L’Événement, recensione del film di Audrey Diwan

Il film arriverà in Italia con il titolo 12 settimane, distribuito da Europictures.

L’Événement

L’evento è un libro scritto nel 2000 da Annie Ernaux. L’autrice francese molto prolifica, vincitrice anche del Premio Strega nel 2016, compone le proprie opere traendo spunto dalla sua storia personale, traumi compresi, anzi, partendo soprattutto da quelli.

 

La regista Audrey Diwan lo traspone su pellicola (L’Événement) fino a farlo arrivare in concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per lei è il suo secondo lungometraggio, il primo era stato Mais vous êtes fous nel 2019, che affrontava il tema della dipendenza dalla droga. E anche questa volta l’argomento non è meno leggero né meno importante.

L’Événement, la trama

Annie Ernaux, rispetto alla propria vita, ha spesso raccontato quanto sia stata devastante l’esperienza dell’aborto nell’anno 1963, quando praticarlo era illegale e si rischiava la galera, e lei di anni ne aveva ventitré.

Perché è esattamente di questo che parla il suo romanzo, che è più un flusso di coscienza, ed è quanto viene messo in scena da Audrey Diwan con Anamaria Vartolomei che ne interpreta la protagonista.

La giovane e incantevole Anne, brillante studentessa di lettere che sta preparandosi per la maturità, spiccando in acume e applicazione agli studi, scopre di essere incinta. Ma il problema è che l’evento – infatti – creerebbe una battuta d’arresto ai suoi progetti futuri e, probabilmente, non si tratterebbe solo di questo.

C’è da dire che Anne non ha un rapporto rappacificato con le origini umili dei suoi genitori, e questo aspetto torna spesso nei libri della Ernaux, quindi la forte spinta a volersi garantire una ricca formazione cela insieme a un desiderio di forte riscatto anche il rifiuto delle proprie radici. Ma, di nuovo, non è comunque solo questo il punto.

Il racconto del dolore lacerante che la ragazza prova dentro, fuori, nel corpo e nell’anima, nei rapporti e in ogni parte di sé, parla di un abbandono che è prima di tutto relazionale, da cui solo in seguito accade a cascata tutto il resto.

Ci sono certi problemi che vengono affrontati solo dopo che tante grida sono state lanciate. Sembra retorica, ma è un fatto. E spesso la risoluzione che viene trovata nell’immediato finisce col generare nuovi problemi. Ed è ciò che accade quando l’intervento non si fa sul cuore della ferita che per prima ha iniziato a sanguinare, ma sul tamponare un danno che ormai ha già ridotto quasi tutto a brandelli.

L’Événement mostra la vita di Anne che, anche all’inizio, nella sua spensieratezza, ha amiche che fondamentalmente sono delle egoiste, un amico che sembra che la corteggi, ma quando lei gli chiede di aiutarla, acconsente ma tenta di approfittarsene. E così in progressione, sequenza dopo sequenza, la spina dorsale della protagonista deve trovare sempre di più un proprio modo per riuscire a sostenersi, senza crollare.

E la regista preme fortissimo nel concentrarsi su di lei, che viene resa in modo pazzesco dall’attrice franco-rumena, capace di combinare ogni piccola sfumatura della crescita e decrescita degli stati emotivi del personaggio. Il corpo della giovane diviene dunque il linguaggio del film, il canale attraverso cui esprimere ciò che sta accadendo, e lo splendido volto di lei ne è la continua didascalia.

La più grande sofferenza che Anne subisce, prima di ogni altra, è la solitudine come risultato dell’indifferenza di tutti quelli che le ruotano attorno, tutti quanti. Al di là del ruolo, dell’età e della posizione sociale.

E alla fine, l’aborto che lei vorrebbe compiere è verso ciò che ha gettato la luce sulle relazioni instaurate fino a quel momento, sul mondo che aveva costruito e quello che aveva ricevuto, e su tutto quanto non riesce più a capire. L’evento scatenante non è affatto diverso da tutto quello che normalmente ci capita ma che mai avremmo voluto che succedesse. Come sempre, il vero ostacolo non è l’ostacolo in sé, ma tutto quello che genera non appena si manifesta. E nel trovarsi a vivere tutta questa montagna di roba, Anne non può che cavarsela da sola, usando quell’angoscia come calce per cementificare e saldare le sue ferite: fisiche e psichiche.

L’Événement non è solo la spiegazione di un fallimento di un ordine socio-culturale, ma la descrizione di quanto accade quando veniamo dimenticati.

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