Ligabue. 30 anni in un giorno: recensione del docufilm di Marco Salom

La pellicola celebra i trent'anni (più due) di carriera artistica del re del rock italiano, fra ricordi, aneddoti e confessioni a cuore aperto

Ligabue. 30 anni in un giorno recensione film
Foto di Jarno Iotti ©

È difficile comprimere trent’anni (più due) di carriera musicale in un racconto di sole due ore. È chiaramente una sfida, che Marco Salom ha accettato ben volentieri con Ligabue. 30 anni in un giorno, docufilm che racconta il concerto di Campovolo tenutosi il 4 giugno 2022. Uno spettacolo che ha raccolto più di 100.00 fan da tutta Italia alla Rcf Arena. Posto molto speciale per Luciano da quell’oramai lontano 2005, quando la rockstar decise di celebrare proprio lì il suo quindicesimo anno di attività.

 

Non immaginandosi che quel concerto avrebbe segnato il record europeo di spettatori paganti per un artista singolo. Un successo che lo ha lanciato verso alte vette, continuate a cavalcare con tenacia e grande carisma. Perché non basta sapere cantare, bisogna anche saperci fare. Ligabue. 30 anni in un giorno uscirà nelle sale cinematografiche in un release speciale dal 20 al 22 marzo, distribuito da Vision Distribution.

Ligabue. 30 anni in un giorno, la sua storia attraverso la musica

Ligabue. 30 anni in un giorno - Luciano Liguabue
Foto di Jarno Iotti ©

Non è la prima volta che Salom mette la sua regia al servizio della musica con il re del rock. Nel 2011 aveva già diretto, oltre a una serie di videoclip musicali, il docufilm Ligabue Campovolo – Il film 3D, netta espressione della stima verso il cantautore e il suo repertorio artistico. Dodici anni dopo, per celebrare i trent’anni di carriera di Ligabue, il regista ha tracciato una linea sullo schermo di quella che è stata la sua vita fin qui battuta, dalla nascita dei testi alle esibizioni in stadi e arene. E non poteva scegliere scenografia migliore di Campovolo, palcoscenico in cui le canzoni di Luciano si sono sempre ben coniugate, per esplodere davanti a un parterre gremito di gente.

Liguabue. 30 anni in un giorno parte dal concerto, dalle sensazioni di Ligabue prima dell’evento, per ripercorrere a ritroso il cammino compiuto fin ora. Sono le parole di Luciano, in apertura, a saldarsi sulle immagini di città deserte, molto evocative, nelle quali non c’è suono né rumore, solo un profondo e incolmabile silenzio. È da quella vita messa in stand by che Ligabue ricomincia, schiacciando sul tasto play – il suo spettacolo – in un misto fra paura e desiderio di respirare di nuovo la musica a pieni polmoni. La sua voce risuona subito nell’aria, quel timbro graffiante ben riconoscibile, mentre davanti a sé una platea strepitante lo acclama emozionata. Partendo dalla scaletta di Campovolo, colonna sonora della sua vita e del docufilm stesso, Luciano comincia a tratteggiare la sua storia, facendoci entrare nella tenuta di campagna “Lusiana”, centro da cui i ricordi, gli aneddoti e le confessioni a cuore aperto si ramificano.

Fil rouge del documentario rimane lo spettacolo e la sua preparazione, attimi in cui il regista riesce a fotografare con la cinepresa l’agitazione e la smania prima, e il senso di liberazione poi, del cantante. A questi si alterna l’unica intervista che Ligabue ha concesso a Marco Salom, insieme agli interventi dei suoi collaboratori, amici e artisti, dalle band che hanno suonato con lui fino a Loredana Berté, Elisa e Francesco De Gregori. Ognuno di loro aggiunge un tassello al puzzle della sua carriera artistica, quella di un autore le cui fibre del corpo sono fatte di note e melodie, di passioni poi strimpellate alla chitarra. È dunque chiaro l’intento di Ligabue mentre ci facciamo traghettare in quell’universo sonoro. Il suo è un voler tenere traccia, data l’occasione, dell’eredità che sta lasciando al futuro che verrà. E il cinema, da sempre bacino di storie e memorie, sembra rivelarsi il medium perfetto sopra cui imprimere tutto il suo percorso.

Ligabue. 30 anni in un giorno

Non cambierei questa vita con nessun’altra

In Ligabue. 30 anni in un giorno sono due le inquadrature primarie: Ligabue e il pubblico. Il docufilm non si pone soltanto l’obiettivo di raccontarci una grande storia, ma vuol essere anche un ringraziamento da parte del cantautore ai suoi fan. “Dio ha creato la musica per unire le persone”, si sente dire in Elvis. E nei tournage della platea sembra quasi che queste parole trovino la loro trasposizione materiale. La musica, lo dice Ligabue stesso, è uno dei motori principali della vita. Come lo è l’amore ricevuto da parte dei suoi fan, i quali non smettono di seguirlo ovunque lui vada. Davanti a lui ci sono cuori che battono all’unisono, piedi che ballano allo stesso ritmo della sua musica, sorrisi e lacrime che confermano il bene provato e la gioia d’esserci. Insieme.

Un’esperienza personale che in questo caso, proprio come al cinema, diventa collettiva. Che si trasferisce dal pubblico al palco e viceversa e unisce gli individui in un’esperienza sensoriale indimenticabile. Ecco perché, proprio come la strofa del ritornello della canzone, Ligabue non cambierebbe la sua vita con nessun’altra. A un certo punto il testo dice “Abbiamo vinto noi”. Vinto lui assieme a loro. Tutti loro contro il dolore, l’angoscia, la paura, la privazione della musica. Un’incredibile celebrazione della vita, in cui si evince la gratitudine di Ligabue verso ogni singolo fan, senza il quale niente sarebbe mai stato possibile.

Ligabue. 30 anni in un giorno diventa un cerchio che si chiude, ma un altro che si apre. Un commemorare ciò che è stato e un festeggiare quel che sarà. Una ripartenza a tutto tondo, perché non bisogna mai dimenticare che… “niente paura, ci pensa la vita, mi han detto così.” La vita ci ha pensato. E ci ha portato ad animarci di nuovo davanti a focosi concerti e straordinarie narrazioni.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
ligabue-30-anni-in-un-giornoMarco Salom con il docufilm su Luciano Ligabue riesce a celebrare al meglio i trent'anni di carriera artistica del cantante emiliano, portando in scena immagini del live di Campovolo alternate fluidamente a racconti di vita, aneddoti e grandi confessioni. La musica risuona in tutta la pellicola, in un coinvolgimento totale del pubblico dal primo frame fino all'ultimo.