Lontano da qui: recensione del film con Maggie Gyllenhaal

Lontano da qui

Remake di un omonimo film israeliano di Nadav Lapid del 2014, The Kindergarten Teacher, arriva in sala Lontano da qui, il film dell’italo americana Sara Colangelo, premio alla regia all’ultimo Sundance Film Festival.

 

Lontano da qui ruota intorno a Lisa, una delicata e intensa Maggie Gyllenhaal, che viva una vita a metà. Fa l’insegnante d’asilo, accudisce e stimola i suoi bambini, in maniera forse troppo ambiziosa, spingendoli a riprodurre il giallo di Van Gogh, o a creare immagini fin troppo elaborate per bimbi di quattro o cinque anni. Ha due figli adolescenti, il maschio intenzionato ad arruolarsi nell’esercito, contro il volere della famiglia, di Lisa in particolare, perché andrebbe contro i suoi insegnamenti più liberali; la femmina che ha deciso di non coltivare il suo interesse per la fotografia, perché tanto le foto che fa con i cellilare per il suo accoutn Instagram sono comunque molto belle. Suo marito, comprensivo e affettuoso, molto innamorato, sembra non capire il disagio della moglie: Lisa vorrebbe più curiosità intellettuale da parte dei figli, una mente più vivace, forse per riempire un vuoto che lei stessa non è riuscita a colmare, non rivelandosi all’altezza.

Nonostante questo, coltiva comunque la passione per la poesia, seguendo un corso serale, e la sua vita cambia quando si accorge che Jimmy, suo alunno di cinque anni, ha una mente speciale, compone poesie, senza saperle scrivere (ha solo cinque anni), in maniera estemporanea e irripetibile. Questa scoperta spingerà Lisa a riversare sul bambino tutte le sue attenzioni, non solo quelle sane e dovuto quando si scopre un talento del genere, ma anche cure morbose verso un talento che lei non vuole assolutamente che vada sprecato. Si metterà quindi contro tutti, persino contro la famiglia del bambinio, che non sembra troppo impressionata dalle doti del piccolo.

Attraverso questo legame, che diventa pian piano ossessione, scopriamo il ritratto di una donna sensibile all’arte, desiderosa di esprimere la sua, ma purtroppo priva di un suo vero e autentico talento, che però vuole assolutamente elevarsi, prima stimolando i figli poi curando il talento misterioso, inspiegabile di questo bambino.

Il cast del film

Con la Gyllenhaal, nel film ci sono anche Gael Garcia Bernal, nei panni dell’insegnante di poesia di Lisa, e Rosa Salazar, che presto vedremo al cinema nei panni della protagonista in Alita: l’Angelo della Battaglia, di Robert Rodriguez.

Il finale, sospeso tra tragedia e credibilità risicata, rivela quanto Lisa fosse completamente sola nella missione della quale si sentiva incaricata. Allo stesso tempo ci spiega anche in che modo una tale missione poteva essere intrapresa in maniera equilibrata, mantenendo tutti partecipi e tutelando prima di tutto il bimbo, cosa che sembra sfuggire all’insegnante, troppo impegnata a proteggerne il talento.

La Colangelo regala un ritratto delicato e attento di questa donna, complice l’interpretazione sensibile della Gyllenhaal, e confezione un film sul valore dell’arte, sulla sensibilità per accoglierla, e di conseguenza anche una riflessione sul mondo che diventa sempre meno bisognoso di questo tipo di attenzione, sempre meno ricettivo e assuefatto al materialismo.

Lontano da qui esce in 60 copie il 13 dicembre, distribuito da Officine Ubu.

Lontano da qui, trailer

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Chiara Guida
Articolo precedenteAvengers: Endgame, 8 domande a cui il trailer non ha risposto
Articolo successivoDavid di Donatello 2019: tutte le novità
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
lontano-da-qui-filmLa Colangelo regala un ritratto delicato e attento di questa donna, complice l’interpretazione sensibile della Gyllenhaal, e confezione un film sul valore dell’arte, sulla sensibilità per accoglierla, e di conseguenza anche una riflessione sul mondo che diventa sempre meno bisognoso di questo tipo di attenzione, sempre meno ricettivo e assuefatto al materialismo.