Sir Lawrence Oliver nell’estate del 1956 presenta il nuovo progetto cinematografico, Il principe e la ballerina, che lo vede coinvolto insieme a Marilyn Monroe arrivata in Inghilterra con il suo terzo marito, Arthur Miller. In quella stessa estate, il ventitreenne Colin Clark si era appena laureato a Oxford e aspirava a diventare regista.
Ma quando sul set si comincia a generare un profondo attrito, dovuto a un diverso approccio al metodo di recitazione e di vita tra Sir Lawrence e Marilyn, ella si ritroverà sempre più vicina a Colin. Pur essendo due realtà così distanti e differenti, il loro sarà un legame profondo ma allo stesso tempo effimero. La sceneggiatura è tratta dalle memorie di Colin Clark e in particolare da due libri pubblicati in periodi diversi, The price, the showgirl and me, dove sono riportate le sue esperienze sul set e inseguito, My week with Marilyn in cui viene raccontata la magica settimana che egli aveva trascorso accanto all’attrice più famosa del mondo.
Marilyn, la diva

Il montaggio di Adam Recht rende la storia calibrata, riesce a passare dai ritmi frenetici dello star system con cambi di passo alla commedia, a tensioni più drammatiche connotate dalla malinconia e dall’introspezione della diva. La fotografia di Ben Smithard è perfetta nel restituire la vita dentro e fuori dal set. Piccola gemma, il “tema di Marylin” composto per l’occasione da Alexander Desplat (Il discorso del Re). In sala dal 1 giugno, Marilyn è un buon film per chi volesse vedere l’altra Marilyn Monroe.

