Michel Gondry ritorna alla regia in Mood Indigo – La schiuma dei giorni Colin adattando il libro di Boris Vian, un classico della letteratura francese, in cui ritrova le radici surrealistiche e favolose che hanno segnato i suoi film più belli.

 

In Mood Indigo – La schiuma dei giorni Colin, giovane ricco e idealista vive sognando di incontrare il grande amore. Ad una festa il suo desiderio si avvera e conosce Chloe una giovane donna che sembra l’incarnazione della melodia di Duke Ellington, Mood Indigo. Si innamora e si sposano ma, poco dopo le nozze la loro felicità si trasforma, Chloe scopre di essere malata a causa di una ninfea che le cresce nei polmoni.

Mood Indigo – La schiuma dei giorni, il film

La sceneggiatura di Mood Indigo – La schiuma dei giorni è costruita per richiamare le diverse situazioni assurde e fantasiose, i personaggi si muovono tra invenzioni e oggetti quasi animati di vita propria diventando dei veri è propri protagonisti all’interno del film – come il campanello/insetto – restituendo così un mondo bizzarro da esplorare e conoscere grazie agli occhi di un ricco ma ingenuo protagonista che vive di idee e d’arte. Gondry partendo da queste basi, come un architetto, utilizza tutto ciò che gli consente la regia per entrare in questa Parigi simile a un “Paese delle meraviglie” sradicato dal suo tempo e collocandolo in un epoca non definita, che richiama gli anni ’40 per la forte componente jazzista e gli anni ’70 per le numerose lotte di contestazione. Per inquadrare questo mondo e trasformarlo di pari passo al film, utilizza tecniche quali la stop-motion, rallenty, reverse ma anche diversi tipi di obiettivi, che insieme alla scenografia molto complessa e dettagliata e a una fotografia studiata per passare da brillante e vivace, fino a colori plumbei per arrivare ad un bianco e nero opaco, fornisce al film quella grande continuità visiva e il pathos necessario che nel cinema di Gondry riesce a catturare e ammaliare lo spettatore.

Ciò in cui perde il film Mood Indigo – La schiuma dei giorni è l’estrema lunghezza nel citarsi e ribadire dei concetti già sviluppati, interropendo così gli elementi trainanti del film con parentesi collaterali, oppure con denunce molto delicate su tutte quelle componenti reali e materiali, quali la violenza, i soldi e le passioni smodate. Ci si allontana così da una storia il cui fulcro è estremante delicato e intinto in numerose allegorie e simboli che restituiscono una poetica davvero originale. Gli attori sono molto bravi nell’interpretare le peculiarità dei loro personaggi Romain Duris è un Colin che vive in un mondo incantato che pian piano muta con il sopraggiungere della malattia di Cholé che lo schiacciano e lo portano in una cruda realtà. Audrey Tauou interpreta il personaggio che rievoca una gentilezza e una delicatezza quasi fanciullesca, non avendo nessuna zona d’ombra ed emanando una sorta di disarmante fragilità. Gad Elmaleh ed Omar Sy contribuiscono in maniera opposta e con percorsi inversi ad essere amici della coppia, nei loro drammi. E se il primo diventa una vittima del sistema, il secondo sembra sopravvivere per una forte componente morale.

Mood Indigo – La schiuma dei giorni è una storia d’amore che esplora la perdita della persona amata e contemporaneamente mostra una panoramica di un passaggio insidioso, da un idillio a una sofferenza umana. Il film viene attraversato da numerosi sentimenti che strutturano la storia facendola diventare in alcuni punti leziosa e articolata, perdendo di vista lo sviluppo originale, ossia, un ragazzo che si innamora della sua anima gemella.

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