Necropolis La città dei morti recensione film

Necropolis La città dei mortiDopo aver diretto Devil, film scritto e prodotto da M. Night Shyamalan, i fratelli John Erick e Drew Dowdle tornano alla regia e si misurano con il filone found footage horror, dirigendo Edwin Hodge, Ben Feldman, Perdita Weeks in Necropolis La città dei morti.

 

Sotto le strade di Parigi si trovano chilometri di tortuose catacombe, eterna dimora di innumerevoli anime. Quando una squadra di esploratori si avventura in quel labirinto di ossa inesplorato, viene alla luce il segreto di cosa, questa città dei morti, aveva lo scopo di celare. Necropolis La città dei morti è un viaggio nella follia e nel terrore, che raggiunge la profondità della psiche umana per portare alla luce i demoni di ciascuno che tornano per perseguitare tutti noi.

Necropolis La città dei morti è un horror basato sull’ormai “classico” espediente di racconto in chiave found footage che mette al centro della narrazione l’ambientazione stessa, ovvero le note catacombe parigine che sono già state teatro di orrori in Catacombe. Punto forte della pellicola è il tema trattato, l’alchimia, che assume sempre un certo fascino soprattutto quando si parla di Pietra Filosofale, oggetto alchemico per eccellenza che ormai porta inevitabilmente alla mente la saga di Harry Potter. Il film, anche se costruito su un inizio non propriamente ben calibrato, si dispiega come di consueto con sequenze interessanti e sopperisce in parte alla mediocre scrittura, con una buona dose di tensione e atmosfera. Ma quello che non convince è appunto il pastrocchio narrativo formato da vari riferimenti intersecati tra loro con superficialità: dall’alchimia si arriva alla tradizione egizia, passando per riferimenti cattolici.

Necropolis la città dei morti 2

Il tentativo di  dare un significato all’incredibile sequenza di stranezze che accadono ai protagonisti sottoterra è poco elaborato oltre che improvvisato. Il perturbante, anche se molto efficace, necessità di un’elaborazione molto più specifica rispetto ad altri espedienti che al contrario sono di facile lettura.

Tuttavia, Necropolis La città dei morti è soprattutto un film d’atmosfera e la pellicola ha forse il pregio di essere l’unica opera basata sul found footage che tenta di giustificare, dal punto rivista diagetico, l’utilizzo di tale espediente (finto documentario), perché ogni inquadratura è costruita in modo tale da mantenere credibile la costruzione scenica. Apprezzabile inoltre è il tentativo di disorientare lo spettatore, che a sua volta perde la cognizione dello spazio e del tempo insieme ai protagonisti, facendosi inghiottire metri e metri sotto il suolo dell’affascinante Parigi.

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