Never Gonna Snow Again, recensione del film di Malgorzata Szumowska e Michal Englert #Venezia77

Protagonista del film è Alec Utgoff, attore ucraino naturalizzato inglese, che è salito alla ribalta grazie alla sua partecipazione alla terza stagione di Stranger Things.

Never Gonna Snow Again

Dopo diversi anni di presenza alla Berlinale, Malgorzata Szumowska e Michal Englert vengono selezionati nel concorso di Venezia 77 con il loro ultimo film, Never Gonna Snow Again, che Szumowska  scrive e dirige mentre Englert, come da tradizione nella loro lunga collaborazione artistica, fotografa, apportando il suo contributo alla scrittura e alla regia. La storia è definita un dramma fantastico e ruota completamente intorno a Alec Utgoff, attore ucraino naturalizzato inglese conosciuto a Hollywood e dintorni per vari ruoli tra cui l’ultimo nella serie TV Stranger Things, e qui nei panni di un massaggiatore ucraino che va a Varsavia e lavora per la borghesia della città.

 

La trama di Never Gonna Snow Again

Un massaggiatore entra nelle case e nelle vite dei cittadini di un ricco quartiere residenziale, i cui abitanti, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Il film si muove sul filo della metafora geopolitica. Il protagonista è nato nel cuore del fallimento dell’Unione Sovietica, a Pryp”jat’, città fantasma teatro del disastro della centrale di Chernobyl. Dalle ceneri di questa cittadina, il russo arriva in Polonia, sempre più proiettata verso l’Europa e distaccatasi dalla Russia, e diventa un simbolo con molteplici vesti.

L’uomo che viene dal freddo risveglia lo spirito

Zhenia porta ai ricchi borghesi annoiati il risveglio del corpo: i suoi massaggi sono un toccasana, le donne che lo chiamano sono tutte bramose del suo aitante giovane corpo, le sue mani compiono miracoli. Ma Zhenia risveglia anche il loro spirito: attraverso l’ipnosi li rimette in contatto con se stessi, svelandone tutte le debolezze, i desideri, le pulsioni nascoste. Lo fa con un tocco delicato, etereo, come la fotografia del film, tenue eppure ricca di guizzi di luce.

La metafora geopolitica sembra raccontare allo spettatore che il sogno della Russia appartiene ad un passato antico e percepito come saggio e taumaturgico, ma che è destinato a scomparire, così come la neve nel titolo misterioso. Non cadrà più la neve, come una bambina spiega a Zhenia nel film, ma questo fenomeno rappresenta davvero un bene per un uomo che viene proprio dalla terra del freddo?

Never Gonna Snow Again è un ritratto metaforico di una società che, annoiata dal suo status, fatica a ritrovarsi e il protagonista rappresenta proprio la necessità di ricongiungersi con ciò che c’è di primigenio ma che è destinato a scomparire, proprio come accade a lui.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
never-gonna-snow-again-2Never Gonna Snow Again è un ritratto metaforico di una società che, annoiata dal suo status, fatica a ritrovarsi e il protagonista rappresenta proprio la necessità di ricongiungersi con ciò che c'è di primigenio ma che è destinato a scomparire, proprio come accade a lui.