Non Odiare, la recensione del film di Mauro Mancini #Venezia77

Alessandro Gassman e Sara Serraiocco sono i bravissimi interpreti dell'opera prima del regista quarantaduenne. Con loro il promettente Luka Zunic.

non odiare

È l’unico italiano in concorso alla Settimana della Critica 2020 Non odiare, film d’esordio di Mauro Mancini con Alessandro Gassmann e Sara Serraiocco, e l’Italia fa certamente bella figura nell’ambito della prestigiosa selezione veneziana, presentata nel corso della 77° edizione della Mostra.

 

Non Odiare, la trama

Cosa faresti se ti trovassi sul luogo di un incidente e, potendo prestare un primo soccorso ad un uomo gravemente ferito, scoprissi che si tratta di un simpatizzante del nazismo? È quello che accade nei primissimo minuti del film, in cui Simone Segre (cognome che rivela l’origine ebraica), chirurgo professionista, assiste ad un incidente automobilistico. Si precipita nell’auto incidentata e prova a fermare l’emorragia dell’uomo incastrato nell’abitacolo, ma scoprendogli il petto e il braccio scopre dei tatuaggi: la svastica sul cuore e il logo delle SS sul polso. Simone lascia andare il laccio emostatico improvvisato, lascia morire l’uomo, viene meno al giuramento di Ippocrate. Proverà comunque ad espiare il proprio gesto, assumento come domestica la figlia maggiore dell’uomo morto (e sepolto con gli onori fascisti).

Opera prima a volte ingenua con spunti interessanti

Mauro Mancini affronta un argomento non proprio nuovo ma con un approccio originale, lo fa nell’approccio ai personaggi e in quello alle dinamiche tra di essi, pur volando un po’ troppo a pelo d’acqua, senza mai immergersi a pieno né nelle loro psicologie, né nelle pieghe della trama che più di una volta sembrano sprecate e buttate via, come un finale non troppo riuscito.

Tuttavia lo spunto più interessante del film riguarda gli attori, il loro modo di mettere in scena i personaggi e il modo in cui la scrittura tratta in maniera originale gli stessi, perché mai rinchiusi in uno stereotipo o nel già visto. Il ricco chirurgo ebreo è un single, non ha una famiglia, una casa molto grande e l’apparente desiderio di liberarsi da un’eredità paterna che sembra ingombrante. La giovane protagonista invece sceglie di sacrificarsi per il fratelli, abbandonato un’aspettativa di vita che le piaceva per provvedere a loro dopo la morte del padre filo fascista, eppure, nonostante sia chiaramente contraria all’approccio del padre alla vita e alla sua ideologia, ne parla sempre con tenerezza. Il fratello mezzano, che vuole a tutti i costi percorrere il sentiero paterno, invece, si rivela quello che è, un ragazzino con tante idee confuse nella testa, idee che non capisce davvero ma che segue ciecamente.

Non OdiareLontano dall’odio, verso un punto di contatto

Per tutti e tre questi personaggi ci sono degli interpreti assolutamente superbi, con Gassmann e Serraiocco che consegnano due interpretazioni molto delicate e gentili e con il giovane Luka Zunic, vera e propria rivelazione del film. Il suo volto dai tratti angelici, gli occhi chiari e profondi, si scontrano con la rubidità che il suo personaggio ostenta e che, in fondo, non gli appartiene.

Fedele al titolo dell’opera, Non Odiare, Mancini mette in scena dei figli orfani che cercano la redenzione e l’affermazione da parte dei padri defunti. Occupano capi opposti di una linea retta, ma tutti gli eventi e i comportamenti che assumono nel corso della vicenda li portano ad avvicinarsi, a cercare gli uni negli altri, gli elementi di similitudine e non quelli di contrasto, allontanandosi così dall’odio.

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RASSEGNA PANORAMICA
Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
non-odiare-venezia77Fedele al titolo dell’opera, Non Odiare, Mancini mette in scena dei figli orfani che cercano la redenzione e l’affermazione da parte dei padri defunti. Occupano capi opposti di una linea retta, ma tutti gli eventi e i comportamenti che assumono nel corso della vicenda li portano ad avvicinarsi, a cercare gli uni negli altri, gli elementi di similitudine e non quelli di contrasto, allontanandosi così dall’odio.