Claude e Marie Verneuil
sono una tranquilla coppia borghese cattolica e
conservatrice che ha allevato quattro figlie secondo i
principi di tolleranza, integrazione e apertura. Ma il destino li
mette a dura prova con tre matrimoni misti con un musulmano, un
ebreo e un cinese. Ormai tutte le loro speranze di
assistere ad un tradizionale matrimonio in chiesa vengono
riposte sulla figlia minore, che finalmente ha incontrato un
cattolico…
Non sposate le
mie figlie è l’ultimo film di Philippe de
Chauveron che scrive una classica commedia basata sugli
stereotipi e i conflitti generazionali che da un paio di anni a
questa parte sta caratterizzando fortemente le pellicole francesi.
Al centro della storia una delle realtà più evidenti, una Parigi
multietnica che si scontra sugli stereotipi e si confronta nelle
caricature dei personaggi. Questi sono studiati appositamente per
entrare in attrito tra di loro e creare così l’atmosfera frizzante
per una commedia sui generis. La storia, pur avendo una struttura
semplice e lineare, si snoda principalmente su due filoni diversi.
Nella prima parte del film assistiamo alla presentazione dei
personaggi “chiusi” nella loro cultura e messi alla prova nelle
quotidiane “sfide” familiari (il pranzo di famiglia, gli argomenti
delicati, le proprie ambizioni) per poi raggiungere un compromesso
e lanciare così la seconda parte del film che invece richiama a sé
storie del tipo Ti presento i miei, in
cui al centro troviamo il classico gioco degli equivoci e dialoghi
pungenti. Ma il motore di tutto il film si racchiude nel lavoro che
fanno gli attori che possono spaziare dalla mimica ai tempi della
battuta rendendo a pieno l’idea dell’autore, ossia, trattare un
tema contemporaneo con il massimo del sorriso e l’inevitabile
happy ending.
Nel cast primeggiano
soprattutto i genitori “delle spose”, Christian
Clavier (Asterix & Obelix – Missione
Cleopatra) e Chantal Lauby, che
riescono a trovare una buona verve per restituire la
provinciale e borghese visione del mondo in cui vive la coppia.
Mentre i tempi migliori sono riservati al trio composto
rispettivamente da Ary Abittan (Quasi
Amici) Medi Sadoun e
Frédéric Chau che soprattutto nelle sequenze della
cena di Natale, riescono ad essere incisivi nel caratterizzare il
loro personaggio.
Non sposate le mie figlie! è l’ennesima dimostrazione di come il cinema francese sia ormai uscito da un determinato tipo di commedia per abbracciare una logica più “italo-americana”, in cui si gioca sui forti temi nazionali e su determinati tempi di comicità. Il risultato è quindi una piacevole e semplice storia che seppur inverosimile in numerosi passaggi, lascia che sia la risata a conquistarsi la scena.