Parkland: recensione del film con Paul Giamatti

Parkland

Con un cast corale, Parkland racconta gli eventi che si sono verificati al Parkland Memorial Hospital, dopo l’assassinio di John F. Kennedy nel 1963. Il film si concentra sui personaggi che sono stati protagonisti nelle tristi ore successive alla morte di uno dei Presidenti più amati della storia degli Stati Uniti, cercando di mostrare un lato nascosto dai riflettori. E così vediamo Paul Giamatti che interpreta il personaggio che film l’omicidio per puro caso alle prese con un dramma di coscienza, consapevole del fatto di aver ripreso un uomo che muore e terrorizzato da ciò che il mondo farà del suo video, Colin Hanks e Zac Efron sono i due medici che fino alla fine hanno cercato di tenere in vita JFK. Tutti personaggi storici diversamente colpiti dall’evento tragico di quel 22 novembre.

 

Nel film Parkland sembra che il regista Peter Landesman voglia raccontarci qualcosa che non sappiamo, sembra volerci mostrare tutto ciò che la storia ha nascosto a favore dei personaggi più invista coinvolti in prima persona, ovvero lo stesso John Fitzgerald, la moglie Jackie e Johnson con loro. Tuttavia, oltre a commuovere inevitabilmente per l’evento mostrato, Parkland dice poco altro, limitandosi a mostrare, senza approfondire nè commentare, pur servendosi di un grandissimo cast e di epedienti narrativi molto interessanti, come quello di non mostrare mai hiaramente in volto i suddetti personaggi noti della vicenda.

Parkland è stato presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival di Venezia.

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