Planet 51: recensione del film

Planet 51

Planet 51 – In un pianeta esterno alla nostra galassia, la vita prosegue placida ed ordinaria senza grandi scossoni, fino a che atterra dalla spazio profondo una navicella aliena. Da essa uscirà un temibile…..astronauta della Nasa! Questo è Planet 51: una piccola storia che potrebbe definirsi un E.T. alla rovescia. Il Captano Charles T. Baker, fascinoso astronauta americano, arriva su un pianeta sconosciuto convinto di dover piantare solo una bandierina. In realtà avrà una sorpresa, si troverà davanti ad una civiltà del tutto uguale alla nostra, solo costituita da omini verdi e simpatici: degli alieni! Solo che la sua prospettiva sarà capovolta, è lui infatti l’alieno, il diverso proveniente da un altro mondo.

 

Come il piccolo E.T. si deve nascondere dalla forze armate grazie all’aiuto di Elliot, così Charles sarà costretto a scappare dalle autorità locali che vogliono rinchiuderlo nella base 9 (tipo la ‘nostra’ area 51?).

Planet 51: una piccola storia che potrebbe definirsi un E.T. alla rovescia.

Ancora una volta il cinema, questa volta quello d’animazione, ci sottopone ad un grave problema sociale, quello della xenofobia, raccontandoci una storia dai toni leggeri e non molto pretenziosa, infarcita di citazioni e che spesso tocca la retorica più bassa in diversi dialoghi. Il film affronta l’argomento che dovrebbe essere quello centrale con un distacco che a volte sfugge e senza la dovuta profondità concettuale che altri prodotti dello stesso genere sono riusciti a dare. La retorica dei contenuti però non impedisce un buon tratteggiamento dei personaggi, qelli secondari e ‘non umani’ soprattutto, mi riferisco a Rover, la sonda spaziale spaventosamente simile al famosissimo Wall-E, e ovviamente al cucciolo di cane alieno, un piccolo Alien in miniatura che conserva sia le caratteristiche fisiche del mostro di Cameron (forma della testa, corrosività dei liquidi corporei) sia quelle caratteriali (vedi la sorte del povero postino).

Un film senza pretese che offre ugualmente degli spunti di ilarità e di interesse, se non altro (per i cinefili) quello di rintracciare le varie citazione di cui il film è pieno, da quella banale dell’atterraggio con la colonna sonora (auto-cantata dall’astronauta) di 2001: Odissea nello Spazio, a quella palese di E.T. (la fuga in bicicletta), a quella un po’ più ricercata di Non aprite quella porta nel finale.

Nonostante la modestia del progetto e del risultato finale Planet 51 è da considerarsi un prodotto coraggioso almeno per quello che riguarda l’aspetto produttivo (coproduzione Spagna/Uk/USA), infatti nessuna delle grandi Major imperanti nel settore dell’animazione, vedi Pixar o DreamWorks, ha collaborato al progetto.

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