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Qui: dieci storie di dieci attivisti NO TAV con provenienze differenti e a volte opposte. Dieci punti di vista su di una questione che riguarda la Val di Susa, che conta sessantamila abitanti di cui più della metà hanno procedimenti giudiziari a loro carico, la media più alta di Italia. 25 anni di contestazione contro un progetto che nessuno sembra capire. Daniele Gaglianone, dopo l’ibrido tra fiction e documentario realizzato lo scorso anno, La mia classe, torna alla sua materia di sempre: il documentario classico, ma come nel suo precedente film in cui puntava l’obiettivo sui migranti, anche in questo dà voce a chi molto spesso ha lo spazio di poche righe nella cronaca nazionale o tre minuti durante un tg.

 

Lo fa intervistando, approfonditamente, realizzando un’opera che sfiora le due ore di durata, dieci persone diverse, per estrazione sociale, studi, lavoro, religione ma che sono unite nel riconoscersi oggetto di una prepotenza giuridica autorizzata dallo Stato: la realizzazione della ferrovia e della stazione dei treni ad Alta Velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione. La valle, che dista due ore e mezza da Torino, è tratto di unione con la Francia ed è già attraversata da un’autostrada e da due linee ferroviarie.

Qui, il film

Le testimonianze descrivono quella che è stata l’evoluzione del progetto in questi 25 anni e come sia diventato negli anni sempre più chiaro che la prima conseguenza della costruzione della linea ferroviaria sarebbe stata la devastazione della valle. Del suo ecosistema, delle foreste, ma anche delle persone, costrette, per sfuggire ad anni di cantiere e di polveri tossiche dal paese che avevano scelto come casa. Lo stile è molto neutro, il montaggio ad effetto o emotivo quasi assente,sono interessanti e rivelatori gli imprevisti registrati comunque dalla camera, che rivelano come gli abitanti della Val di Susa vivano in uno stato quasi di occupazione militare.

Il taglio scelto da Gaglianone non è quello della denuncia risentita e urlata, né si fa un processo alle forze dell’ordine, esecutrici di ordini superiori. Vengono espresse le testimonianze di chi nella Valle vive e vuole restare ed è disposto a un dialogo ma che sia costruttivo e non solo votato ad ottenere profitto. Sotto questo obiettivo comune si uniscono le voci di un attivista dei centri sociali, di un carabiniere in congedo, di un sindaco persone diverse che vogliono tenersi stretta la Valle così com’è evitando il compimento di un progetto di cui  al momento sembra essersi dimenticato anche la politica.

Il racconto di Qui svela che ci sono storie più complesse e che la questione non si limita ai soli tafferugli mostrati dalle televisioni e dal quale emerge la passione per la lotta per una giusta causa, e la resistenza data dal sapere di essere dalla parte giusta. Qui è stato presentato durante il Torino Film Festival di quest’anno e uscirà in sala in anteprima il 27 Novembre solo a Roma e dal 4 dicembre essere distribuito in tutta Italia.

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