Ci vediamo a Casa: recensione del film di Maurizio Ponzi

Ci vediamo a Casa

Arriva al cinema la nuova commedia sentimentale Ci vediamo a Casa, diretta da Maurizio Ponzi e con protagonisti Ambra Angiolini e Edoardo Leo

 

In Ci vediamo a Casa Tre coppie molto diverse tra loro. Tre modi di pensare e di affrontare la vita a due. Tre microcosmi abbastanza riconoscibili della realtà odierna. Un unico, debole, filo rosso ad unire questi tre mondi: la ricerca della casa perfetta dove coronare un sogno d’amore e di convivenza.

Questa, in breve, la trama di Ci vediamo a casa, film che segue tre storie distinte, tutte egualmente poco interessanti, con l’apparente obiettivo di offrire uno spaccato dell’Italia di oggi.

Ci vediamo a Casa: il film

Inizialmente viene mostrata la vita di Vilma (Ambra Angiolini) e Franco (Edoardo Leo), bibliotecaria lei, ex-galeotto lui, che, per convivere, si trovano costretti ad accettare l’ospitalità di un amico pensionato con problemi di solitudine e di salute. Poi si segue con scarsa trepidazione il caso di Andrea (Primo Reggiani) ed Enzo (Nicolas Vaporidis), che vorrebbero andare a vivere insieme scappando rispettivamente dalla caserma e dai tentacoli di una madre soffocante, ma che sono frenati da problemi di ordine sentimentale. Infine si viene trasportati nel mondo del denaro e dell’ipertrofia dell’ego di Gaia (Myriam Catania) e Stefano (Giulio Forges Davanzati), due giovani che hanno una casa a testa e che, dopo una prova di coabitazione, decidono di mantenere i propri sacrosanti spazi vitali.

Il film di Maurizio Ponzi, regista con una lunga carriera alle spalle di cui però si ricordano più i prodotti televisivi come Il Bello delle Donne che le fatiche registiche al fianco di Pasolini negli anni ’60, mostra, con un linguaggio diretto e piuttosto povero, due tipi di mediocrità. Il primo è quello di cui sono pregni i suoi personaggi: esseri umani quasi mostruosi, persone brutte in senso etico che si comportano in modo gretto ed egoista nel quotidiano. Il secondo tipo di mediocrità, non meno evidente, riguarda invece la maniera in cui gli attori vengono mostrati: inquadrature prevedibili, uso del taglio e del montaggio veloce di un’unica inquadratura totalmente ingiustificato per il tipo di film, inserimento di sequenze di flash-back accompagnate da canzoni strappalacrime.

L’impressione generale è di aver assistito a delle avventure piuttosto sconclusionate, storie montate ad arte ma prive di senso in sé e per sé, ambientate in un’Italietta abitata dai peggiori individui e indirizzate, apparentemente, ad una platea considerata alla medesima stregua.

Questa povertà d’idee porta davvero a pensare che alcuni tipi di film andrebbero lasciati alla tv. Ciliegina sulla torta: la canzone del film è firmata Dolce Nera ed è stata presentata al Festival di  Sanremo 2012.

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