Il Regno d’Inverno  Dopo il vero e proprio trionfo all’ultimo Festival di Cannes, arriva anche in Italia Winter Sleep, distribuito con il titolo Il Regno d’Inverno, ultimo film di Nuri Bilge Ceylan, che gli è valso la Palma D’Oro alla kermesse francese.

 

Il film racconta la storia di Aydin, un attore di teatro che ha abbandonato il palcoscenico e si è rifugiato negli altipiani della Turchia per gestire un piccolo albergo incastonato tra le rocce della steppa. Il suo passato da attore però è sempre con lui, dai manifesti che arredano il suo studio, ricordi di piece teatrali alle quali ha partecipato, al nome stesso dell’albergo, Hotel Otello, di shakespeariana memoria.

Quando arriva l’inverno, nel cuore deserto dell’Anatolia, Aydin (Haluk Bilginer) si rifugia nel suo albergo, dove però deve fare i conti con una sorella Necla (Demet Akbag), frustrata e ferita dal suo recente divorzio, con vasti possedimenti e la gestione della cose materiali che non lo interessa e sembra non riguardarlo per nulla, e soprattutto un rapporto lacerato con la giovane moglie Nihal (Melisa Sözen), rapporto che in fondo vorrebbe ricostruire.

Ceylan si affida a pochi e bravi attori e ad un paesaggio affascinante, crudele eppure bellissimo, che si ricopre completamente di neve durante i lunghi e freddi inverni sull’altopiano. Un altopiano che è molto presente nella sua filmografia, e che qui diventa limite oltre il quale i protagonisti non riescono a spingersi, rimanendo così confinati a scontrarsi con le loro piccole e grandi meschinità. L’ozio, la noia, e di contro il desiderio di operosità, di sentirsi utile e di fare qualcosa con la propria vita, anche di reinventarsi, contribuiscono con reiterazione e popolare i discorsi e le conversazioni dei protagonisti, messi di fronte alla quotidianità che sembra essere insormontabile.

Lo spazio paradossalmente ristretto diventa quindi luogo di scontro e incontro, di conversazione sui rapporti umani privati e universali, di discussione dotta e di confronto tra classi sociali. Il Regno d’Inverno è una lunga riflessione su tutti questi argomenti, che vengono sviscerati in particolare in due confronti verbali tra il protagonista e, rispettivamente, la sorella e la moglie.

Il Regno d’Inverno 3La durata eccessiva del film (tre ore e 15 minuti), la reiterazione delle situazioni, e forse anche la visione in versione doppiata rendono Il Regno d’Inverno un film presuntuoso, che nella poetica bellezza delle sue immagini, della sua fotografia e dei volti che inquadra, sembra voler sviscerare tutto il male del mondo per metterlo davanti agli occhi dello spettatore.

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