Riddick: recensione del film con Vin Diesel

Riddick

Tradito dalla sua stessa specie e lasciato a morire su un pianeta desolato, Riddick lotta per la sopravvivenza contro i predatori alieni e diventa più potente e pericoloso che mai. Dopo aver fatto dei cacciatori di taglie delle pedine per il suo piano di vendetta, scatena una feroce rappresaglia prima di tornare al suo pianeta natale di Furya e salvarlo dalla distruzione.

 

Nove anni fa abbiamo lasciato Riddick a capo dell’impero Necromonger e scoprire di appartenere alla razza Furiana, dopo un breve prologo della sua giunta in questo pianeta alieno, vediamo una piccola parentesi di quel mondo personificato dal Vakoo di Karl Urban. Inseguito la sceneggiatura anziché riprendere le trame della storia dei Furiani, preferisce ritornare a una struttura più simile a Pitch Black che richiama le atmosfere di film quali Dune.

Riddick, il film

I primi minuti del film procedono con estrema lentezza all’esplorazione di questo mondo alieno ed estremamente ostile in cui il ricercato più spietato del cosmo cerca di sopravvivere con il suo innato spirito da predatore e che pian piano riesce a conquistare grazie all’addestramento che si impone per ritornare ad essere “l’animale” delle origini. Quindi vediamo un Riddick vicino alla sua natura selvaggia e mostrando così nella prima mezz’ora le forti doti visive del regista e produttore David Twohy, che predilige primi piani e dettagli ma anche vari tipi di angolazioni e rallenty per catturare l’attenzione dello spettatore e seguire i perfetti movimenti del cacciatore. Ma anche all’impiego di numerosi effetti visivi ed una fotografia satura, che ci fornisce anche una forte caratterizzazione geografica.

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Superata la mezz’ora del film si assiste all’azione che contraddistingue la serie di Vin Diesel, la sceneggiatura punterà alla lotta del nemico comune e alla caratterizzazione dei personaggi nei vari ruoli. Le scene splatter così come il taglio veloce e le atmosfere di tensione faranno da registro per il resto del film. I momenti di forte azione saranno alternati dalle battute esilaranti agli atteggiamenti spavaldi in cui Vin Diesel ormai è completamente a suo agio, conquistando così la simpatia del pubblico, che con il suo tono sbruffone e sopra le righe ribadisce il marchio della serie. Difatti sarà l’unico a spiccare per interpretazione all’interno del cast che nonostante tutto fornisce una buona recitazione. Brava Katee Sackhoff, l’unico personaggio femminile, nella veste di un freddo mercenario dal pungo facile e oggetto di numerose battute da “caserma”, ma anche Jordi Mollà nel ruolo del mercenario attaccabrighe che trova il suo esatto opposto nel metodico Matt Nable, che sin dai primi minuti in scena porterà il suo contribuito di collegamento agli altri film della serie.

Riddick chiude alcune parentesi a cui era legato il protagonista per dedicarsi ai probabili sequel che avrà il killer dello spazio. Ma il film manca l’appuntamento con una sceneggiatura sviluppata e costruita, lasciando che l’azione sia riversata solo alle ben orchestrate scene di lotta e alle battute; facendo apparire così, l’intero film come una parentesi tra il secondo e un eventuale quarto film della saga e non contribuendo allo sviluppo del personaggio Riddick e i suoi viaggi tra pianeti.

riddick recensione

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