Se mi vuoi bene, recensione del film di Fausto Brizzi

Fausto Brizzi scrive e dirige una commedia con i suoi amici e parla proprio dell'amicizia e dell'importanza di ascoltarsi.

se mi vuoi bene

“Se mi vuoi bene, stammi a sentire”. Una frase semplice della quale spesso, nella vita di tutti i giorni, non riusciamo ad afferrare il vero significato. E sicuramente non lo capisce Diego, affermato avvocato in un limbo tra tristezza e depressione che, dopo due anni di malattia o presunta tale, decide di togliersi la vita.

 

Prima però chiede aiuto alle persone a cui vuole bene: la migliore amica, i genitori, la figlia, la coppia di amici sposati e litigiosi, il fratello, persino l’ex moglie! Di fronte all’indifferenza di ognuna delle persone importanti della sua vita, Diego decide di farla finita, ma un caso fortuito vuole che il suo tentativo di suicidio naufraghi.

Comincia a questo punto l’avventura di Se mi vuoi bene, il nuovo film di Fausto Brizzi, tratto dal suo romanzo omonimo, edito da Einaudi, e adattato per lo schermo dal regista insieme a Martino Coli, Mauro Uzzeo e Herbert Simone Paragnani.

Se mi vuoi bene, cast corale per Brizzi

Come spesso è capitato nei suoi film, anche questa volta Brizzi si affida a un cast corale, “un cast di amici”, per raccontare una storia che, distaccandosi dai lavori riconducibili alla commedia ridanciana pura, offre uno sguardo malinconico e riflessivo su ciò che vuol dire esserci, essere presente per le persone importanti.

E nonostante il centro dell’azione sia Claudio Bisio (che non resiste alla tentazione di interpretare se stesso senza mettersi al servizio del personaggio), il cast del film, che vede schierati Sergio Rubini, Flavio Insinna, Lorena Cacciatore, Dino Abbrescia, Maria Amelia Monti, Lucia Ocone, Elena Santarelli e Gian Marco Tognazzi, presenta una serie di caratterizzazioni brillanti, che si declinano sia nella direzione della commedia sopra le righe che in quella del dramedy più delicato, addirittura commovente.

se mi vuoi bene recensioneRubini e Insinna, le due anime della storia

In particolare, la coppia Rubini-Insinna rappresenta un buon esempio delle due anime del film: da una parte c’è Edoardo, attore spiantato, perennemente infelice perché non è mai stato scritturato, ma buffo, con energia da vendere, grande vitalità, protagonista dei momenti più esilaranti del film, con il volto di Flavio Insinna; dall’altra Massimiliano, tenero e saggio gestore del Negozio delle Chiacchiere, amico di tutti, sempre disponibile, un uomo che deve la sua rassegnata e malinconica serenità al fatto che ha già vissuto il giorno peggiore della sua vita, che ha l’espressione segnata e dolce di Sergio Rubini.

Nonostante qualche passaggio di regia non troppo efficace (basti pensare alla scena della Rage Room), il film riesce in maniera diretta e onesta a trasmettere un messaggio molto semplice, ovvero quanto sia importante ascoltare e ascoltarsi, spendere il tempo per le persone a cui si tiene. Se mi vuoi bene sfida, con garbo, il cinismo contemporaneo e prova a suggerire la via della gentilezza e dell’attenzione.

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