Se Son Rose, recensione del film di e con Leonardo Pieraccioni

Se Son Rose
©_ANGELO_TRANI

Arriva nelle sale italiane il 29 novembre l’ultimo film di Leonardo Pieraccioni, Se Son Rose, proprio in tempo per l’apertura della stagione cinematografica natalizia.

 

Quello con le commedie romantiche del regista toscano è ormai un appuntamento che ritorna a cadenza triennale più o meno costante. Lo avevamo lasciato nel 2015 con Il Professore Cenerentolo, lo ritroviamo nel 2018 con questo nuovo film con un cast tutto al femminile.

Se Son Rose, la trama

Ennesima commedia degli equivoci, il film segue le vicende di Leonardo Giustini (Pieraccioni) un uomo in piena crisi di mezza età che non crede più nell’amore e ha alle spalle una lunga schiera di storie fallite.

Con l’unica certezza che il vero amore della sua vita rimarrà sempre la figlia Yolanda (Mariasole Pollio), Leonardo verrà coinvolto proprio dalla ragazzina in un equivoco alquanto bizzarro. E si ritroverà a fare i conti con quattro ex storiche, ognuna delle quali ha ancora qualche conto in sospeso con lui.

Per una volta Pieraccioni evade dal rigido schema su cui aveva fondato le sue opere precedenti, quello del singolo rapporto uomo-donna, e cerca di spostarsi sulla rappresentazione corale, provando a gestire una consistente schiera di donne. Tutte molto volitive e determinate.

Pur rimanendo nell’universo “maschiocentrico” che ha da sempre connotato le sue opere, questa volta il regista Toscano osa un po’ di più, provando a mettersi in qualche modo in discussione. Cosa che però non riesce del tutto, perché la rappresentazione delle figure femminili rimane stereotipata, e pur con una consapevole autocritica di certi atteggiamenti sessisti o limitati, non riesce ad essere davvero originale.

se son roseLe protagoniste di Se Son Rose

Sembra che la storia sia semi autobiografica, e in effetti il sapore dolce-amaro che si intuisce lungo tutto il film ha un che di “mea culpa”. Nell’acquisita consapevolezza che quello verso i figli è l’unico amore vero e senza fine, Pieraccioni mette in scena le varie sfumature di una relazione, non tramite vicende ma piuttosto personificandole nelle figure delle sue ex. In questo senso le varie performance di attrici del calibro di Micaela Andreozzi o Gabriella Pession sono più che riuscite.

Peccato invece per la caduta di stile toccata proprio ad Antonia Truppo, ormai nota ai più per il suo ruolo in Lo Chiamavano Jeeg Robot ma in realtà attrice a trecentosessanta gradi, che sicuramente poteva essere sfruttata meglio.

Se son Rose è una commedia che sicuramente strappa più di una risata e che non ambisce alle implicazioni di un film d’autore. A farla da padrone è il cabarettismo, quello da cui viene Pieraccioni, un susseguirsi continuo di piccoli sketch che giocano con i luoghi comuni dell’italiano medio, e che cercano anche di strizzare l’occhio alle nuove generazioni.

Leonardo Pieraccioni presenta Se Son Rose, la sua nuova commedia

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RASSEGNA PANORAMICA
Giulia Anastasi
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se-son-rose-film-leonardo-pieraccioniSe son Rose è una commedia che sicuramente strappa più di una risata e che non ambisce alle implicazioni di un film d’autore. A farla da padrone è il cabarettismo, quello da cui viene Pieraccioni, un susseguirsi continuo di piccoli sketch che giocano con i luoghi comuni dell’italiano medio, e che cercano anche di strizzare l’occhio alle nuove generazioni.