Student Services: recensione del film di Emmanuelle Bercot

Student Service

Un tema scabroso quello che il regista Emmanuelle Bercot affronta nella sua opera Student Services, tratta dal romanzo “Mes Cheres Etudes” (“I miei cari studi”) di Laura D e ispirata a fatti di cronaca di grande attualità. Tante le domande che dopo la visione del film invadono la nostra mente. Che cosa si è disposti a fare per raggiungere quello che si desidera? Il confine tra giusto e sbagliato è qualcosa di ormai relegato alla soggettività dell’individuo o no? Il desiderio di soddisfare qualsiasi “bisogno” materiale può far dimenticare il rispetto per se stessi?

 

In Student Service Laura, una studentessa universitaria di 19 anni, per pagarsi gli studi e permettersi qualche svago,  inizia a prostituirsi su internet. L’incontro con Joe, un uomo di 57 anni alla ricerca di studentesse con cui condividere teneri momenti, innesca una serie di situazioni impreviste che sfuggono totalmente al controllo della giovane protagonista.

Student Service, il film

Student Service è una cronaca dettagliata della mercificazione di un corpo giovane, bello. Una narrazione esplicita, diretta, crudele. Un’incessante rincorsa verso la fugace ed effimera apparenza. Lo stile realistico che caratterizza l’opera è il mezzo per cercare di rimanere in una posizione di assenza di giudizio. Forse troppo. Quello che non risulta del tutto comprensibile è il perché si vuole raccontare questa storia.

Provocazione? Denuncia? Non è chiaro. L’occhio ostinatamente neutrale del regista si posa con il medesimo distacco sia sulla compravendita del corpo sia sulla freschezza di un amore spontaneo. Nessuna distinzione. Il problema, forse, è che Student Service si concentra con una certa morbosità quasi del tutto sul lato sessuale della questione. Sarebbe stato più opportuno soffermarsi sul disagio e la povertà studentesca, su quanto l’istruzione stia diventando un lusso, qualcosa di tristemente elitario. In seguito mettere in luce, allo stesso tempo, il problema socio-politico dei costi universitari e dell’”indigenza” giovanile e quello della morale che risulta irrimediabilmente legata a tutto questo. Gli attori in ogni caso risultano credibili nella loro interpretazione in particolare Deborah François perfetta nel ruolo della giovane ragazza disinibita.

- Pubblicità -