They Shall Not Grow Old: recensione del doc di Peter Jackson

they shall not grow old

“Volevo attraversare le nebbie del tempo e portare questi uomini da noi, così da fargli riacquistare la loro umanità”. È questa la prima dichiarazione ufficiale che Peter Jackson ha rilasciato, commentando il suo ultimo film, They Shall Not Grow Old, un documentario realizzato per la BBC.

 

Presentato in anteprima al London Film Festival e portato anche alla Festa del Cinema di Roma 2018, il film è stato realizzato utilizzando materiale dall’archivio dell’Imperial War Museum, video d’epoca restaurati, colorati, rimontati, addirittura convertiti in 3D, insomma “rivitalizzati” secondo lo scopo artistico dello stesso Jackson, che ha dato così vita a un film in cui le immagini d’archivio si sovrappongono le voci fuori campo dei veterani, interrogati su quella che fu la terribile esperienza della guerra. Il risultato è un racconto realistico, ovviamente, molto emozionante, viscerale, grazie soprattutto alla testimonianza che i soldati ancora in vita hanno regalato al progetto, ma anche alla capacità di Peter Jackson di raccontare per immagini, scegliendo e selezionando quelle più adatte a raccontare la sua storia, ma soprattutto la Storia.

Sembra sicuramente insolito per un regista con il curriculum di Peter Jackson cimentarsi in un film documentario, genere che dovrebbe essere l’opposto di quella epopea fantasy che, con Il Signore degli anelli prima e con Lo Hobbit dopo, ha contribuito a far rinascere sul grande schermo. They Shall Not Grow Old è invece proprio il  tipo di documentario che ci si potrebbe aspettare da lui. Mettendo da parte per un attimo il contenitore, il genere in senso stretto, il film è l’espressione massima di ciò che Jackson ha raccontato nel cinema di finzione: il racconto eroico dell’uomo di fronte all’orrore della guerra.

Inoltre, il materiale scelto da Jackson è crudo, violento, non risparmia nessuna bruttura, nessuna ferita, permettendo così al regista di attingere anche alla sua prima produzione, più squisitamente splatter. La violenza delle immagini reali sembra essere la bandiera antimilitarista sotto la quale si protegge Peter Jackson, un tentativo di (far) ricordare quello che è stato e di allontanare ancora per un po’ il ripetersi di quello stesso orrore. They Shall Not Grow Old è un commosso ricordo, una precisa testimonianza, che conferma anche come la perizia tecnologica, nel cinema, si possa mettere a servizio dell’intenzione artistica: colorare e dare dimensione (con il 3D) a immagini d’archivio in bianco e nero restituisce vita, volto e identità a quelle persone che hanno fatto la Storia, ma il cui nome non sarà mai scritto nei libri di scuola.

Il trailer di They Shall Not Grow Old

https://www.youtube.com/watch?v=EHYRfukHToc

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
they-shall-not-grow-old-film-peter-jacksonThey Shall Not Grow Old è un commosso ricordo, una precisa testimonianza, che conferma anche come la perizia tecnologica, nel cinema, si possa mettere a servizio dell’intenzione artistica: colorare e dare dimensione (con il 3D) a immagini d’archivio in bianco e nero restituisce vita, volto e identità a quelle persone che hanno fatto la Storia, ma il cui nome non sarà mai scritto nei libri di scuola.