Un tuffo nel passato: recensione del film con John Cusack

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Tre quarantenni frustrati, amici dai tempi delle superiori, decidono di tornare alla stazione sciistica dove andavano a divertirsi quando erano giovani. Immersi nella Jacuzzi dell’albergo, e dopo svariati drink, i 4 si ritrovano improvvisamente indietro nel tempo, nell’anno 1986. Spudorato omaggio a Ritorno al Futuro, Un tuffo nel passato è una commedia senza pretese, ridanciana e sboccata, dove la verosimiglianza è un optional. Un po’ trita l’idea di fondo: se si torna nel passato e si cambia qualcosa, l’universo come lo conosciamo nel futuro potrebbe scomparire. Il famoso Bufferfly Effect però non sembra rappresentare un problema per questi tre immaturi, interpretati da John Cusack (anche produttore), Rob Corddry e Chevy Chase, che invece hanno tutto l’interesse a modificare le loro scelte passate, per alterare il loro deprimente futuro.

 

E così si parte per una notte folle alla ricerca dei propri amori adolescenziali, del proprio padre o anche solo della forza di dire ad una moglie quanto ci abbia fatto soffrire. Tutto il racconto è condito da gag da slapstick e da un ritmo incalzante, scandito da scene disgustose e da battute sconce che strappano grasse risate.

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Forse più intelligente delle altre teen comedy, Un tuffo nel passato si basa su un referente solido come Ritorno al futuro: la rissa, il concerto, la necessità di completare la ‘missione’ entro un certo orario, sono tutti elementi che abbiamo imparato ad amare nel classico di Zemeckis. Ad avvalorare questa tesi, troviamo Crispin Glover, padre di Marty McFly in Ritorno al Futuro, che interpreta il monco facchino dello chalet. Un tuffo nel passato intrattiene bene, fa ridere di gusto e si lascia dimenticare senza troppa fatica.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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