Two Mothers: recensione del film con Naomi Watts e Robin Wright

Two Mothers

La regista Anne Fontaine (Coco Avant Chanel) ha deciso di portare sullo schermo Two Mothers, l’adattamento cinematografico del romanzo Le Nonne, di Doris Lessing, con l’aiuto e la complicità di Christopher Hampton. Un romanzo, quello del premio Nobel, che si presta facilmente alla realizzazione di un melò in piena regola, con una moltitudine di spunti di riflessione e con tantissimi elementi per trasformare il film in un morboso dramma sensuale (e sessuale) ambientato nei paesaggi mozzafiato dell’Australia selvaggia.

 

In Two Mothers inseparabili fin da bambine, Lil (Naomi Watts) e Roz (Robin Wright) vivono in perfetta simbiosi con i loro figli, due ragazzi dalla grazia singolare che sembrano quasi un’estensione delle madri. Inspiegabilmente, e tuttavia come piegandosi all’inevitabile, le due donne si avvicinano una al figlio dell’altra, in una relazione che si fa subito passionale. Al riparo dallo sguardo degli estranei, in un paradiso balneare quasi soprannaturale, il quartetto vivrà una storia fuori dall’ordinario fino a quando l’età non metterà fine al disordine. Almeno apparentemente.

La Fontaine aveva diverse scelte davanti a sé, differenti racconti possibili e tante strade praticabili per raccontare una passione considerata amorale e che si sarebbe prestata facilmente a qualsiasi tipo di intreccio che avesse come base un forte sconvolgimento emotivo e sociale, che potesse confondere la realtà isolata e idilliaca vissuta dai personaggi, con una società avversa al loro modo di vivere. Tuttavia nessuna di queste strade è stata praticata, o praticabile, e la sceneggiatura, principale pecca del film, lascia correre il racconto in maniera superficiale, scialba e poco incisiva, riservandosi addirittura alcuni momenti che da drammatici si rivelano (involontariamente) comici e fuoriluogo.

Two Mothers recensione 2

I personaggi sono abbozzati, mai davvero motivati e si risolvono in figurine di cartone che attraversano in maniera approssimativa il paesaggio naturale straordinario che li accoglie. Anche la materialità dei bellissimi corpi protagonisti viene solo mostrata, ma lo spettatore non ha la possibilità di percepire la passione tra le due coppie extra-ordinarie.I giovani Xavier Samuel e James Frecheville, pur essendo perfettamente inseriti nel paesaggio naturalistico quasi fossero due meraviglie naturali (il primo più del secondo), non sono assolutamente all’altezza delle loro madri cinematografiche, per quanto anche le due navigate e meravigliose attrici mostrino, in questo contesto, un approccio poco convincente al personaggio.

Abbandonata la strada del racconto torbido, nemmeno tentata la via dello scandalo sociale e accennato appena un eventuale e plausibile risvolto tragico, Two Mothers è un racconto povero e approssimativo, che con una scrittura scialba penalizza due grandi protagoniste in cerca di un ruolo da interpretare.

- Pubblicità -