Tutto il mondo ammira, con rispetto tavolta misto a imbarazzo, quell’incredibile icona di emancipazione e longevità che è la Regina Elisabetta II. Sul trono dal 1956, la sovrana della Gran Bretagna ha attraversato epoche storiche, crisi, guidando una potenza politica con estrema grazia ed ispirando il suo popolo con l’eleganza che poi è il simbolo di una cultura votata al rigore come quella anglosassone.

 

La gente conosce ogni aspetto pubblico della vita di palazzo, forse anche qualcuno riservato agli scandali privati, ma un episodio particolare risalente al periodo di gioventù di Elisabetta rivive e viene raccontato nel film di Julian Jarrold Una notte con la regina (A royal night out): è l’8 Maggio del 1985 e i cittadini di Londra si riversano nelle strade per festeggiare la fine della guerra; la famiglia reale, barricata a Buckingham Palace per l’intera durata del conflitto, può finalmente annunciare la vittoria, mentre le due figlie di Re Giorgio VI desiderano con ardore di poter uscire tra la folla e godere dei festeggiamenti come un qualsiasi civile. Ottenuta l’approvazione, non senza qualche pressione, Elizabeh e Margaret vivranno un’avventura notturna piena di incontri e imprevisti.

Prendendosi alcune libertà narrative e giocando con i toni della commedia degli equivoci, il film di Jarrold compone un quadro che non sfigura affatto tra le fila dei prodotti storici tanto cari alla tradizione british, una qualità di fondo che da sempre stacca la cinematografia popolare inglese dal resto della concorrenza americana.

Una notte CON LA Regina sala bio

Per impianto e svolgimento, Una notte con la regina segue pedissequamente lo stile aggraziato e leggero di una qualsiasi altra opera in costume, alla Downton Abbey, per fare un esempio, e lo stravolgimento dei fatti reali (che ebbero esiti diversi, forse meno appassionanti) è un fattore che dona alla sceneggiatura un pizzico di irriverenza sconosciuta al profilo stesso di Elisabetta, o comunque diversa dall’idea costruita dal pubblico grazie ai media, o ai libri.

Il ritmo, l’eleganza dell’insieme e le interpretazioni degli attori però, stonano con un comparto tecnico non proprio al massimo della forma: la fotografia è piuttosto debole, come la regia “televisiva”, inoltre la freschezza della storia di partenza sposano una sceneggiatura poco brillante che ha dei buoni momenti, ma troppo sparuti, tanto da rendere la visione meno partecipativa di quanto si potesse attendere. Visto il tentativo di raccontare un passo inedito dell’intimità della Regina, il film risulta complessivamente godibile ma privo di brio e passione.

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