Si è tenuta lunedì sera nella sontuosa Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica la prima del film Una vita tranquilla di Claudio Cupellini, alla quale ha partecipato anche il presidente della repubblica Napolitano, accolto in sala con una calorosa standing ovation del pubblico. Il secondo film del regista, in concorso al Festival del cinema di Roma, racconta la storia di uomo, Rosario Russo (Toni Servillo) che ha poco più di cinquanta anni.

 

In Una vita tranquilla Da dodici vive in Germania dove gestisce con la moglie Renate, un albergo ristorante. La sua vita scorre tranquilla, ha anche un bambino (Mathias). Un giorno di febbraio la situazione si capovolge: nel ristorante di Rosario arrivano due ragazzi italiani. Il primo si chiama Edoardo ed è il figlio di Mario Fiore, capo di una delle più potenti famiglie di camorra e l’altro si chiama Diego, anche lui legato al clan di Fiore. L’arrivo dei due ragazzi turberà notevolmente Rosario che fino a quel momento sembrava riuscire a vivere tranquillamente, dimenticando o fingendo di dimenticare, il suo passato da malavitoso e pluriomicida. Ma per un uomo come Rosario, non c’è possibilità di redenzione. Il passato torna e lo fa sotto le sembianze di Diego e di Edoardo, i quali lo trascineranno in un vortice involutivo da cui sarà difficile evadere.

Un noir apprezzabile quello di Cupellini ma con qualche lacuna, soprattutto nel finale poco verosimile, e che forse pagala somiglianza all’indimenticabile Le conseguenze dell’amore di Sorrentino, per la storia, il protagonista e la presenza della malavita. Claudio Cupellini ha comunque fatto una buona prova, con alcune scelte registiche meritevoli e un’ottima sceneggiatura, soprattutto per l’uso dei tre diversi linguaggi, italiano, tedesco e napoletano.

Il più grande merito va senza dubbio al grande Toni Servillo che come sempre ha dato prova della sua straordinaria capacità attoriale. Ma azzarderei dire che Una vita tranquilla, senza Toni non avrebbe la stessa fortuna. È infatti un film che è stato scritto e realizzato pensando a Servillo, senza di lui molte delle atmosfere e delle intensità andrebbero smarrite.

Una vita tranquilla è il terzo film italiano in concorso al Festival del cinema di Roma e, fino ad ora è sicuramente il più convincente. In bocca al lupo al regista, al cast e in particolare a Toni Servillo che merita indubbiamente il premio come migliore attore maschile.

 

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