Dietro ad un grande uomo, c’è sempre un altro grande uomo, ed è questo che ci viene mostrato nel film sulla vita dello stilista Yves Saint Laurent e del suo compagno di vita e di lavoro Pierre Bergè.

 

Il film diretto da Jalil Lespert copre l’arco temporale dall’entrata del giovane Yves nella Maison Dior nel 1957 fino all’iconica sfilata Balletts Russes del 1976, apice del geniale estro creativo dello stilista che ha rivoluzionato la moda femminile in meno di mezzo secolo. Ma la moda fa quasi da contorno alla grande storia d’amore, definita dal regista “epica”: quella tra Yves Saint Laurent, interpretato magistralmente (anche grazie ad una somiglianza impressionante) da Pierre Niney e Pierre Bergè, ruolo affidato al bravissimo Gulliame Gallienne, entrambi della Comédie Française.

Yves Saint LaurentLespert riesce a fare un dolce ritratto, rispettoso e preciso, di chi era veramente YSL, riuscendo ad indagare nella sua anima tormentata con delicatezza e poesia. Nessuna esagerazione, nessun gossip: lo stilista viene raccontato con tutte le sue paure e i suoi errori. Accurato nei nomi e nelle situazioni, è facile capire come mai proprio Pierre Bergè abbia approvato questa biopic, dove ne esce come un uomo forte che ha saputo tenere in piedi, anche fisicamente, quel genio fragile che era Yves. Ed è proprio a Bergè che Lespert affida la voce narrante, testimone diretto sia dei successi che di tutte le crisi e insicurezze del compagno.

A soli 26 anni fonda la sua maison con l’aiuto di Bergè e inizia la sua elegante rivoluzione della moda, portando innovazione con l’introduzione della mascolinità nell’abbigliamento femminile, l’influenza dell’arte contemporanea con la collezione Mondrian e la commistione con diverse mode etniche, dal Marocco alla Russia. Ma grazie anche alle persone che gli gravitavano intorno: dalla sempre presente madre alla prima musa la mannequin Victorie (Charlotte LeBon), da Betty Catroux (Marie De Villepin) fino alla famosa Loulou De la Falaise (Laura Smet). Ma anche Karl Lagerfeld, suo amico sempre in competizione, ritratto in modo preciso e divertente da Nikolai Kinski e per finire con i tanti amanti, vere e proprie meteore, che gli donavano effimera vitalità.

Yves Saint Laurent filmMeritano attenzione i costumi curati da Madeline Fontaine, che ha potuto godere del prezioso prestito delle collezioni originali da parte della Fondazione Bergè, pezzi di arte che ormai vedono la luce solo nei musei e che sul grande schermo riprendono vita. L’approvazione di Bergè ha anche portato a filmare in alcune delle location originali, come la villa di Marrakesh, che ha dato al film la giusta dose di autenticità che meritava, e infine le musiche originali di Ibrahim Maalouf, jazzista di origini algerine (proprio come YSL) che si intrecciano perfettamente con la visione di Lespert, riuscendo ad esprimere diversi sentimenti attraverso il commento musicale.

Una storia talmente affascinante che questo film arriva quattro anni dopo il commovente documentario L’Amour Fou di Pierre Thoretton: due pellicole che possono naturalmente convivere e che anzi trovano risposte l’uno nell’altra, arricchendo la conoscenza sul sensibile stilista che cambiò la moda.

Un ritratto fedele ed emozionante di un grande genio e di un grande amore.

Dal 27 Marzo al cinema.

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