Julie Andrews
di Luigi De Pompeis

Julie Andrews, 1 ottobre 1935: nasce una bimba dalle prodigiose doti canore, destinata a divenire una stella a 360° (vincitrice di tutti i premi più importanti dello spettacolo), oltre a ricevere il titolo di “Dame” dell’Impero Britannico, e ad avere l’onore di accogliere i passeggeri della British Airways con la sua melodiosa voce (registrata).

 

È infatti merito delle sue corde vocali se Julie Andrews – al secolo Julia Elizabeth Wells – sfonda a Broadway, fino a diventare la tata più desiderata da bambini e genitori di tutto il mondo. Ha solo 27 anni ai tempi di “Supercalifragilistichespiralidoso” e, vuoi per il sorriso, vuoi perché sa volare, con Mary Poppins si becca l’Oscar da protagonista, alla faccia di Audrey Hepburn, che neppure viene nominata per la sua My Fair Lady. Tiè! Quando ci vuole, ci vuole. Eh sì, perché nella versione cinematografica del musical che la Andrews ha interpretato a teatro, i produttori le preferiscono la Hepburn, più celebre (= remunerativa) di lei, ma necessariamente doppiata. Il successivo Tutti insieme appassionatamente – oggi il classico natalizio per antonomasia – rende Julie famosa a tal punto che Hitchcock è costretto a scritturarla ne Il sipario strappato (un successone). Se più tardi la carriera zoppica (con l’eccezione di Victor Victoria, girato col marito n°2, Blake Edwards), poco male: la Andrews si reinventa scrittrice per bambini (ha una certa esperienza, no?).

Julie Andrews

Purtroppo nel ‘97 un’operazione alle corde vocali comprometterà per sempre la sua voce portentosa, ma il risarcimento milionario aiuta… ed eccola sfoderare ancora le sue doti canterine nel revival cinematografico degli ultimi anni. C’è da vergognarsi al confronto, ma le intoniamo comunque il nostro HAPPY BIRTHDAY TO YOU, DAME ANDREWS!

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Giuditta Martelli
Giovane, carina e disoccupata (sta a voi trovare l'intruso). E' la prova vivente che conoscere a memoria Dirty Dancing non esclude conoscere a memoria Kill Bill, tutti e due i Volumi. Tanto che sulla vendetta di Tarantino ci ha scritto la tesi (110 e lode). Alla laurea in Scienze della Comunicazione seguono due master in traduzione per il cinema. Lettrice appassionata e spettatrice incallita: toglietele tutto ma non il cinematografo. E le serie tv. Fra le esperienze lavorative, 6 anni da assistente alla regia in fiction e serie per la televisione (avete presente la Guzzantina in Boris?). Sul set ha imparato che seguire gli attori è come fare la babysitter. Ma se le capita fra le mani Ryan Gosling...