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L’episodio di questa settimana, Heart of Gold, riparte esattamente da dove ci eravamo lasciati. Storybrook. L’identità dell’Autore è stata svelata ed Emma (Jennifer Morrison), dopo aver scoperto che ne è stato del bambino di Maleficent (Kristin Bauer), e soprattutto che parte hanno avuto in questo i suoi genitori, lo insegue per avere risposte. I primi minuti sono quindi dedicati ha risolvere il cliffhanger della scorsa settimana. Fin qui nulla da obiettare, se non forse un inatteso moralismo da parte di Emma che esula del tutto dal suo personaggio.

 
 

Once Upon a Time 4x18 3 Dopo le prime scene, quindi, inizia una serie di flashback talmente ingarbugliati e improvvisi da fare seriamente invidia alla trama di Inception. Il motivo sembrerebbe quello di focalizzare l’attenzione sul personaggio di Robin (Sean Maguire) mostrando un po’ del suo passato e un presunto legame con Rumplestalskin. Si è passati così da una logorante e fastidiosa ossessione nei confronti dell’Autore ad un focus su un personaggio dimenticato ormai da un po’ di episodi. Nel tentativo di riempire questa ellissi temporale, tra il momento in cui Robin lascia Storybrook con la sua famiglia e il presente, con di mezzo l’autore e la il trio del male, gli autori hanno pensato bene di introdurre un enorme flashback che prende buona parte dell’episodio. Questo però non basta. Una volta arrivato a New York, Robin incontra casualmente Rumplestalskin e per mostrare che tipo di relazione c’era tra i due occorre eccoci serviti con l’ennesimo salto temporale. Questa volta però si torna indietro di moltissimi, anni ai tempi di Sherwood e del leggendario Robin Hood. A questo punto, quando pensavamo di aver avuto abbastanza escamotage narrativi per un solo episodio, gli autori ci fanno un’ultima sorpresa. Nello spirito del riciclo di vecchie storyline facciamo addirittura ritorno ad Oz. Tutto ciò per non parlare del colpo finale, inflitto negli ultimi minuti dell’episodio da un a dir poco patetico twist.

Once Upon a Time 4x18 2Ora, volendo a fatica sorvolare sull’insensato intreccio narrativo, la maggior parte delle scene non hanno più neanche il minimo alone emotivo. L’unica nota positiva potrebbe essere una buona performance di Robert Carlyle (Rumplestalskin) che è riuscito miracolosamente a far brillare un paio di sequenze. Dopo un episodio del genere sembra sia rimasto ben poco del magnifico gioiello che era una volta Once Upon a Time. Uno show che aveva stupito tutti per la creatività, l’intelligenza, la capacità di toccare con facilità e precisione le corde più sensibili di ogni spettatore. Arrivati a questo punto la soluzione è provare a dargli il finale che merita, o meglio, che meritava. Sperando che almeno in questo gli autori non ci riservino strane sorprese.

Voto: 1/5 stelle

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