C’era una volta a New York: recensione del film con Joaquin Phoenix

C'era una volta a New York

Arriva nelle sale italiana C’era una volta a New York (The Immigrant), il nuovo film di James Gray con protagonisti Joaquin Phoenix, Marion Cotillard e Jeremy Renner.

 

In C’era una volta a New York Ewa Cybuski e sua sorella lasciano la Polonia, arrivate ad Ellis Island i medici scoprono che Magda è malata e le due donne vengono separate. Ewa viene avvicinata da Bruno, un uomo affascinante e malvagio che la spinge a prostituirsi ma con l’aiuto di Orlando, cugino di Bruno e ardito illusionista, riesce a trovare la fiducia e la speranza per un futuro migliore.

Il nuovo film di James Gray scritto a quattro mani dal regista e dal recentemente scomparso Richard Menello, si affida alle esperienze personali di Gray ed una serie di documentazioni e rivisitazioni per raccontare le storie di Ewa, Bruno e Orlando. Ciò che emerge è una trama lineare, piuttosto prevedibile, il cui intento non è stupire o affascinare lo spettatore, cosciente di quasi tutte le vicende che accadono, ma coinvolgere ed emozionare attraverso un melodramma classico.

C’era una volta a New York

Il Gray regista ci propone così, un punto di vista sulla storia assolutamente veritiero che non cerca percorsi facili e strutture macchinose, la sua estetica nel muovere e posizionare la camera gravita intorno alle emozioni umane che questi personaggi, vestiti perlopiù d’apparenza, si spogliano nei primi piani e nelle soggettive, ritrovando se stessi e la loro forza in specchi offuscati e sguardi persi altrove. L’elemento cruciale che spicca nella storia di questa donna è la sua incrollabile fede, innocenza ma anche forza che soprattutto la bellissima fotografia di Darius Khondji riesce a trasmettere. Essa avvolge i protagonisti di luce soffuse od ombre, mentre accende gli scenari di fioche luci che risaltano il lato perverso del prossimo e le difficoltà che spingono verso il basso.

C'era una volta a New York

Ciò che consacra C’era una volta a New York è indubbiamente l’interpretazione degli attori, Joaquin Phoenix anche solo nella presenza scenica riesce ad essere un padrone autoritario, trasformando la sua voce e il suo sguardo non appena Ewa si allontana dalla sua vista. Buona anche l’interpretazione di Jeremy Renner, che tolti i panni dei film più commerciali, riesce nuovamente ad entrare in sintonia con le sue performance migliori e caratterizza il suo personaggio con un essenza leggera ma provocatoria. Ma chi si innalza su tutti è Marion Cottilard che attraverso il magnetismo del suo sguardo e l’inglese stentato o il polacco “madrelingua”, riesce a trasmettere tutta la tempra di una donna fortemente credente che vuole ad ogni costo cambiare il suo destino per un futuro migliore.

C’era una volta a New York è un buon melodramma che sottolinea la bravura di James Gray nel dirigere il grande cast a sua disposizione e nel sapere raccontare e illustrare le storie con inquadrature mai banali e sempre molto simboliche. I difetti del film sono nella sceneggiatura, una struttura rigida, che ritorna più volte in alcuni passaggi e ne conclude altri con troppa facilità che lascia un senso di incompletezza.

C’era una volta a New York Dal 16 Gennaio al Cinema

- Pubblicità -