Il Cammino per Santiago: recensione del film di Emilio Estevez

Il Cammino per Santiago film

Ci piace pensare che la vita che viviamo è quella che abbiamo scelto, è quella che ci siamo costruiti, perché l’uomo è artefice del proprio destino, si sa. Ed è davvero così, quando tutto va bene, poi qualcosa va storto, qualcosa si mostra per quello che è: più grande di noi, più forte del nostro controllo, e allora siamo in balia del fato, allora siamo piccoli.  David Avery ha vissuto la vita che ci si aspettava lui vivesse, fino a quando ha capito che non era fatta per lui, che voleva vedere il mondo. Così, senza una meta precisa ha cominciato il suo viaggio. Poi, è arrivato l’ultimo: Il Cammino di Santiago. Quando Tom Avery, oftalmologo californiano, riceve la notizia della morte di suo figlio sul Cammino, non ha idea di cosa sia. Così parte per la Francia, col semplice proposito di riportare il corpo di David a casa. Tuttavia, una volta arrivato, decide due cose: di darsi un’altra opportunità di entrare nel mondo del figlio, e di dare a David l’occasione di arrivare alla fine del Cammino, di cui era riuscito a percorrere una sola tappa.

 

Zaino in spalla, Tom parte alla volta di Santiago di Compostela, sulla strada battuta da migliaia di pellegrini, credenti e non, che decidono di intraprendere il viaggio spirituale che fa parlare di sé da secoli e secoli. Quasi sempre sono i figli a seguire le orme dei genitori, stavolta, invece, un padre calpesta letteralmente le orme lasciate dal figlio e, per la prima volta, vive ‘la vita che gli capita’ e non quella che, con tutte le cinture di sicurezza, ha scelto per sé.

Diretto da Emilio Estevez, che interpreta anche Daniel, e con Martin Sheen, nei panni di Tom Avery, Il Cammino per Santiago altro non è che un viaggio alla ricerca di se stessi: un topos trito e ritrito, che forse ci siamo anche annoiati di stare a guardare. Tuttavia qui siamo di fronte ad un viaggio che è dichiaratamente un viaggio di ricerca spirituale, che non nasconde la sua natura, ma ce la mette davanti agli occhi con grande semplicità, perché nessuno percorre il Cammino per caso.

Se cerchiamo colpi di scena, dunque, Il Cammino per Santiago non fa per noi, ma se vogliamo allontanarci dal mondo reale per un po’, non dobbiamo far altro che sederci e goderci il racconto di un viaggio diverso: un viaggio di volontà e serena scoperta.

Girato tra Francia e Spagna, lungo il vero Il Cammino per Santiago, il film presenta molti elementi interessanti anche sul piano tecnico, con personaggi ben caratterizzati e una fotografia volutamente ‘sporca’, quasi a voler imitare lo stile del reportage, curata da Juan Miguel Azpiroz. Applaudissimo al Fiuggi Family Festival, Il Cammino per Santiago sarà nelle sale italiane a partire dal 27 giugno.

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