Il piano di Maggie: recensione del film con Greta Gerwig

Il piano di Maggie

Arriva al cinema distribuito da Adler Entertainment Il piano di Maggie la commedia diretta da Rebecca Miller, con protagonisti Greta Gerwig e Ethan Hawke.

 

In Il piano di Maggie New York, oggi, inverno. La gente corre freneticamente, un po’ per ingannare il freddo, un po’ per raggiungere presto le proprie mete. In una città così dinamica e sempre in movimento, ci ritroviamo alle spalle di Maggie, il passo leggero accompagnato da dolci note, una donna matura ma ancora giovane, subito riconoscibile in mezzo alla folla: indossa vestiti vintage, calze colorate e maglioni di taglie più grandi, ispira tenerezza soltanto a guardarla. Rebecca Miller, cineasta indipendente americana, sceglie la più classica delle ambientazioni per Il piano di Maggie , suo quinto film liberamente tratto dal romanzo di Karen Rinaldi: sullo sfondo newyorkese caro a Woody Allen e nell’umore generazionale di Noah Baumbach, la regista prova a inquadrare con ironia e leggerezza la contemporaneità dell’universo femminile in un tempo storico che vede un parziale, se non totale, rovesciamento dei ruoli.

Nella vita professionale, Maggie Hardin si sente appagata e d’aiuto per gli altri (lavora infatti come insegnante), mentre in quella privata percepisce una mancanza, un vuoto da colmare, come quel rito di passaggio che dovrebbe renderci adatti alla società. Vuole un figlio, ma la sua condizione di trentenne single e poco fortunata in amore è un ostacolo, una sfida da pianificare, un grido di ribadita indipendenza dagli uomini. Ormai interprete inarrivabile di questa inadeguatezza femminile ai generi e alle regole di staticità, Greta Gerwig si fa mezzo di comunicazione, ancora una volta in equilibrio tra il buffo e il tragico, due soluzioni separate da una linea molto sottile che lei percorre con una naturalezza spiazzante. D’altronde, partendo da una sceneggiatura così aderente ai suoi canoni interpretativi, il successo di un film come Il piano di Maggie non poteva essere meno brillante e apprezzabile del risultato finale; merito della Miller, ovviamente, ma soprattutto della “composizione” della scena da screwball comedy rivista e rivisitata con un parterre di attori in stato eccellente.

piano di maggie

La sorpresa arriva da Julianne Moore. Nessun dramma recente di pianti e autocommiserazioni potrà avvicinarsi all’efficacia del personaggio qui proposto, un’anaffettiva e pericolosa donna accademica di origini scandinave che in diversi momenti spegne i riflettori della protagonista. Elemento maschile di rottura e squilibrio, Ethan Hawke raccoglie l’eredità di quegli uomini subordinati e insoddisfatti di sé completando il quadro comico di Rebecca Miller con grande puntualità. “Castigata” dagli abiti che non rendono affatto giustizia al suo corpo burroso e passionale, Greta Gerwig rimane però il vero punto di luce di un film che gode della bellezza della fotografia di Sam Levy (già collaboratore di Baumbach per Mistress America e Frances Ha), un lavoro tecnico impercettibile allo sguardo ma capace di diffondere calore all’interno di una realtà sociale altrimenti fredda e distaccata.

 

- Pubblicità -