Justice League: recensione del film con Ben Affleck

Justice League

Dopo una gestazione di oltre 20 anni, registi che si sono succeduti al timone del progetto, tentativi falliti (si ricordi quello di George Miller), la Justice League of America ha trovato il suo modo per arrivare sullo schermo d’argento. L’ha fatto all’interno dell’Universo Condiviso DC, con Zack Snyder e Joss Whedon che si sono spartiti il compito di mettere insieme le divinità moderne, la mitologia degli Stati Uniti, e di trovare un pretesto affinché combattessero per salvare il mondo.

 

Così come gli Avengers, nel 2012, avevano bisogno di qualcuno da vendicare, anche la Lega necessita di una ragione che li porta insieme a fare fronte comune; una minaccia, un destino da compiere, la necessità di avere amici, il bisogno di passare il testimone dopo una vita di sacrifici a combattere il male. Ognuno dei protagonisti di Justice League ha motivazioni differenti che costituiscono il punto di maggiore interesse del film.

Justice League

Le personalità a confronto

La struttura narrativa, semplice e pretestuosa (qualcuno direbbe banale), ci pone di fronte a delle personalità forti che hanno uno scopo definito, che si realizza nel sacrificio dell’individualità al servizio di una squadra. Nessuno dei protagonisti sa lavorare in team, ma tutti hanno un bisogno che l’altro può soddisfare. Ad esempio Wonder Woman deve assumere il ruolo di leader che le appartiene; Batman capisce che alcune minacce non sono alla sua portata; Barry Allen, semplicemente, ha bisogno di amici.

L’uomo (e la donna) e l’eroe vengono messi in continua comunicazione, arrivando al cuore del film: le relazioni. Nonostante la massiccia dose di azione, divertimento ed esagerazione, il film si fonda prevalentemente sui rapporti tra i personaggi e sul cuore enorme, esposto e ferito di ognuno di essi.

All’aspetto emotivo si compensa con il tono scanzonato, che non risparmia momenti seri ma accantona il dramma profondo ed epico che rappresentava lo scontro tra Batman e Superman, per dare spazio allo spirito di squadra che risulta più leggero, ma consono. In effetti, anche la minaccia rappresentata da Steppenwolf, il villain, non sembra mai davvero concreta, ma soltanto un pretesto (per quanto importante) che permette ai protagonisti di condividere una comunità di intenti.

Justice LeagueZack Snyder e Joss Whedon

Le vicende produttive del film, che hanno visto Zack Snyder lasciare il timone a Joss Whedon, hanno avuto effetti importanti sul risultato finale. L’epica selvaggia e incompresa di Batman v Superman: Dawn of Justice, pura espressione di Snyder, è stata resa ordinata da Whedon, imbrigliata in una struttura funzionale, sicuramente più fruibile ma con meno personalità.

La luminosità calda delle scene d’azione, la colonna sonora meno invasiva per quanto nostalgica (Danny Elfman ha incorporato sia il suo Batman che il Superman di John Williams), le angolazioni delle inquadrature, le coreografie dei combattimenti: tutto contribuisce a costruire un quadro perfettamente centrato, che nella classica struttura in tre atti trova compimento, sacrificando l’epicità forte e difficile da incanalare che invece avrebbe (probabilmente) contenuto il film se la produzione fosse stata completata da Snyder.

justice league

Gli antichi eroi greci

La sensazione di divertimento collettivo, palpabile nelle sequenze d’azione, si trasmette allo spettatore, trascinato e attratto anche dall’aspetto di questi eroi. Per quanto ritoccati e camuffati, inguainati in tute, costumi e armature, i protagonisti di Justice League sono un vero inno alla perfezione del corpo umano.

Gli eroi sono la raffigurazione in carne e ossa di un ideale morale che nell’antichità greca, fonte primaria dei personaggi DC, non si distaccava mai dall’aspetto fisico. Una bellezza non solo accessoria, quindi, ma rappresentativa dell’eroismo.

A seguito di questa considerazione di carattere estetico, è importante sottolineare che, sebbene i ruoli non richiedano grandi doti interpretative, ogni attore ha il carisma necessario per spiccare e godere del proprio momento da protagonista, regalando un ritratto di squadra equilibrato, che ci permette di apprezzare anche le new entry del grande schermo: Aquaman, Cyborg e soprattutto Flash, il comic relief per eccellenza.

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Justice League, gradevole ma canonico

Nella sua complessiva gradevolezza, Justice League rinuncia a un pezzetto della sua personalità in favore di una confezione più sicura; si rivela un ottimo prodotto di intrattenimento, ma si sforza di piacere a troppi e, per non correre rischi, si adagia su gusti ed esigenze canonizzate.

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