L’effetto acquaticoSamir (Samir Guesmi) si innamora a prima vista di Agathe (Florence Loiret Caille) dopo aver incontrato la donna in un bar.

 

Avendo casualmente scoperto che lei è istruttrice alla piscina comunale di Montreuil, Samir decide di prendere lezioni di nuoto per poterla conoscere. Succede però che Agathe è invitata a partecipare ad un convegno in Islanda e Samir non trova altra soluzione che seguirla, sotto copertura e a sua insaputa.

L’ultimo regalo, postumo, della regista franco islandese Solveig Anspach, è L’effetto acquatico, una deliziosa commedia vincitrice del premio SACD, presentata alla Quinzaine des réalisateurs, che prende il nome dalle parole di una tenera nonnina islandese la quale, nel corso della vicenda, comunica alla protagonista di trovarsi in una specie di “stato acquatico”.

Infatti, nonostante la storia ruoti tutta attorno alla vicenda amorosa che si sviluppa fra il timido Samir e l’ostinata Agathe, è proprio l’acqua la vera protagonista e il collante della bizzarra storia d’amore; i personaggi stessi sembrano uniti dall’acqua che si dimostra essere un ponte tra culture e persone ma anche una metafora di “rinascita”, così come ci viene detto dal medico islandese che si impegna a curare l’amnesia fulminante di Samir.

L’effetto acquatico posterCon un intreccio che si srotola in situazioni fortemente bizzarre ma che la Anspach riesce a far risultare quasi credibili, insieme al co-sceneggiatore Jean-Luc Gaget la regista islandese mette in scena una storia d’amore assoluta e paradossale tramite personaggi determinati ma al contempo fragili che riescono a rendere accettabile qualsiasi loro eccesso, bugie ed equivoci compresi.

Perfino il repentino cambio d’ambiente – dalla piccola cittadina di Montreuil ci si ritrova catapultati improvvisamente nelle vaste lande ghiacciate islandesi, terra natia della regista – influirà sensibilmente sulla presa di posizione dei personaggi, senza che ritmo e narrazione ne risultino eccessivamente sfilacciati.

La Anspach decide infatti di portare tutte le situazioni al limite, mostrandoci così, metaforicamente,  la natura stessa dei sentimenti tramite il susseguirsi di eventi irrazionali e istintivi: perfino il viaggio di Samir sta a veicolare che, in fondo, se qualcuno è davvero innamorato farà di tutto per dimostrarlo.

Che si tratti dunque di una semplice commedia o di un modo per trasmettere un messaggio molto più importante rimane a libera interpretazione dello spettatore.

L’unica certezza concreta è che L’effetto acquatico è stata l’ultima occasione della Anspach per donarci piccole situazioni divertenti e assurde dell’esistenza e un consiglio pratico per affrontare la vita con più leggerezza.

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RASSEGNA PANORAMICA
Martina Meschini
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Martina Meschini
Classe 1993. Studio all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e talvolta scrivo di cinema nel vano tentativo di non pensare allo sconfortante divario fra giorni che mi restano da vivere e film da vedere.
leffetto-acquatico-recensioneL’ultimo regalo, postumo, della regista franco islandese Solveig Anspach, è L’effetto acquatico, una deliziosa commedia che prende il nome dalle parole di una tenera nonnina islandese la quale, nel corso della vicenda, comunica alla protagonista di trovarsi in una specie di “stato acquatico”.