Mon Roi: recensione del film con Vincent Cassell firmato Maïwenn

Si chiama Maïwenn Le Besco, ma è conosciuta semplicemente come Maïwenn, sopratutto in Francia sua terra d’origine. Figlia d’arte in una famiglia d’artisti, poiché sua madre e i suoi quattro fratelli sono tutti attori, è balzata alle cronache dopo aver diretto Polisse, film che ha ottenuto successo in tutto il mondo (Italia compresa). La ragazza prodigio di Seine-Saint-Denis torna ora dietro la macchina da presa per la terza volta sbarcando in Concorso al Festival di Cannes 2015 dove ha raccolto numerosi applausi fra la stampa internazionale. La sua ultima fatica porta il nome di Mon Roi, in italiano Il Mio Re, una commedia con sfumature piuttosto amare che affronta un tema non troppo originale: il rapporto di coppia.

 

maiwennTony e Georgio si conoscono per caso come accade a tanti, si innamorano e sembrano la coppia perfetta, solida, stabile. Decidono infatti di sposarsi e di mettere al mondo un figlio, ma durante l’attesa arrivano i primi problemi: Georgio, che sullo schermo è interpretato da uno scatenato Vincent Cassell, è un tombeur de femmes, un ricco dongiovanni attratto continuamente dalle modelle. Da questa ‘malattia’ al tradimento il passo è breve. La bravissima Emmanuelle Bercot, nei panni di Tony, subisce in modo simbolico l’altalenante vita sentimentale con la rottura di un legamento alla gamba destra. Il lento e doloroso percorso di guarigione non fa che rappresentare l’uscita dalla dipendenza dal ‘suo re’, sempre perdonato nonostante la condotta poco ortodossa all’interno della coppia.

Lo stile del racconto è standard, pressoché simile a mille altre commedie romantiche dello stesso tipo, il montaggio inoltre è piuttosto confuso poiché mescola vari momenti e fasi della vita di Tony. Se aggiungiamo al conto una durata eccessiva, che trascina gli eventi per le lunghissime sino ad annoiare, e svariati cliché come l’immancabile scena inutile in discoteca, la passeggiata in riva al mare e il momento “urla e baldoria da una macchina in corsa” il tracollo è purtroppo definitivo. Cosa si salva? Un Vincent Cassell senza freni ed estremamente divertente, come accennavamo sopra: un autentico fiume in piena di battute, frasi ad effetto, idee folli nate da un inaspettato lato comico. Troppo poco per tenere a galla il progetto, non basta neppure il buon lavoro svolto sul personaggio dalla Bercot e le sparute apparizioni di un cinico e grottesco Louis Garrel, fratello di Tony.

Cos’è dunque Mon Roi? Una commedia come tante, si lascia guardare senza troppa fatica ma non lascia nulla allo spettatore. Il finale inoltre spiazza e confonde ulteriormente le acque, mettendo in discussione tutta la fatica fatta sino a quel momento per tornare liberi. Che sia davvero impossibile mettersi alle spalle un’ossessione, anche quando questa è un uomo egoista ed egocentrico? Il film sembrerebbe dire di si, per fortuna la vita vera è un’altra cosa.

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