Shaun – Vita Da Pecora: Il Film recensione del film della Aardman

Debutta al cinema in Italia la pecora più amata della Tv britannica, Shaun – Vita da Pecora – Il Film scritto e diretto da Mark Burton (già sceneggiatore del vincente Galline in fuga) e Richard Starzak per la casa di animazione Aardman, specializzata in film realizzati con tecniche di animazione stop-motion con personaggi in argilla e plastilina.

 

Taglio a scodella e ghigno furbetto da “oh-oh ne ho combinata un’altra”, debutta per la prima volta nel 1995 a fianco di Wallace e Gromit nel cortometraggio Una Tosatura Perfetta di Nick Park, vincitore di un premio Oscar. Dopo una gavetta tra pubblicità e biglietti di auguri, oltre 10 anni dopo Shaun si guadagna la sua serie da protagonista creata dalla Aardman, con episodi da sette minuti, e ora arriva sul grande schermo.

abbey_road_website (1)Annoiato e stanco dalla routine alla Fattoria di Mossy Bottom, Shaun (Justin Fletcher) organizza un piano per prendersi una giornata di pausa, e grazie ad una papera corrotta, un osso che distrae il fedele cane pastore Bitzer (John Sparkes) e i suoi fedeli amici del gregge, riesce ad addormentare il Fattore (sempre Sparkes). Ma le cose non possono filare lisce per la pecora più pasticciona della tv: per una sfortunata serie di eventi il Fattore, ignaro perché ancora perso in un sonno profondo, si ritrova in una roulotte impazzita sulla via de La Grande Città, che si fermerà solo una volta arrivata a destinazione e lasciandolo con una bella amnesia.
Nel caos Bitzer segue la roulotte e Shaun e il gregge, rimasti alla fattoria, capiscono subito di averla combinata davvero grossa. Sentendosi in colpa, partono alla volta de La Grande Città, ma riusciranno a ritrovare il loro padrone, una volta lasciato il recinto?

Nonostante le sfide fossero diverse e impossibili da ignorare, la Aardman è riuscita nel compito di proporre un lungometraggio che non solo intrattiene i più piccoli, ma diverte anche i più grandi. L’ostacolo principale consisteva nel creare un lungometraggio dove non pesasse la totale mancanza di dialogo, fatta eccezione per mugugni e versi (a volte molto esplicativi, ma pure sempre versi! Come i grugniti di Sparkes nei panni del Fattore…), e bisogna ammettere che sono riusciti egregiamente nell’intento.
Oltre ottanta minuti godibilissimi anche senza una sola parola, grazie alla cura dei dettagli in tutto: sfondi mai lasciati al caso, animali dalle espressioni esilaranti e dalle abitudini umane che fanno sorridere, battute e riferimenti pop per i più grandi e mosse buffe per i più piccoli, grazie a sketch in linea con il perfetto humor inglese. Il tutto condito da una colonna sonora molto gradevole e pezzi originali cantati da Eliza Doolittle e Rizzle Kicks.

- Pubblicità -