Stai lontana da me: recensione del film con Ambra Angiolini

Stai lontana da me

Stai lontana da me nasce come un remake della commedia francese campione d’incassi in patria la chance de ma vie, tradotto in italiano Per Sfortuna che ci Sei. La commedia, diretta dal semi-esordiente Alessio Maria Federici (già dietro il successo del film Lezioni di Cioccolato 2), racconta la storia surreale di Jacopo (Enrico Brignano), un consulente matrimoniale infallibile, in grado di salvare qualsiasi legame logorato e prossimo al capolinea. Ma Jacopo è afflitto da una strana maledizione lanciata da una sua fidanzatina delle elementari, che lo spinge ad essere una vera e propria “calamita per la sfiga”, la quale però si abbatte senza ritegno sulle sue partner. Ormai rassegnato alla sua condanna, vede però stravolgere la sua monotona esistenza dall’incontro imprevedibile con Sara (Ambra Angiolini), una ragazza solare, semplice, tenera ed espansiva che all’inizio accetta di buon grado la dose di sfortuna che Jacopo porta nella sua vita.

 

Stai lontana da me: il film

Stai lontana da me tenta di mescolare la classica rom- com con un gusto fortemente nazional-popolare legato soprattutto al tema folkloristico della sfortuna o malasorte, adattando la trama dell’originale francese ad un mercato diverso come il nostro.

in Stai lontana da me Cercando di giocarsi la partita fino in fondo, la casa di produzione Cattleya e Rai Cinema hanno puntato sulla potente verve comica di Enrico Brignano, ormai un habitué al cinema passato con disinvoltura dal tradizionale cabaret ad altre forme e a nuovi media, che qui fa da mattatore assoluto insieme alla partner femminile Ambra Angiolini, giusta e credibile in un ruolo apparentemente fin troppo “normale” per gli standard “borderline” a cui ci ha abituato. La riuscita del film è comunque subordinata alla forza dei comprimari e delle “spalle” che popolano la pellicola: Giampaolo Morelli nell’irresistibile ruolo del ricco figlio di papà playboy impenitente; l’amica zitellona un po’ inacidita; il capo architetto (Anna Galiena in un ruolo decisamente sopra le righe) stagionato e nevrotico; le varie coppie surreali e mal assortite che si alternano nello studio di Jacopo, tutti uniti e compatti per raggiungere uno scopo comune: far sì che la commedia possa riuscire.

E, commercialmente parlando, l’operazione ha funzionato: in un periodo in cui le commedie stravincono al botteghino, il cast artistico e tecnico commissiona un prodotto formalmente ineccepibile, colorato, patinato, ben confezionato, con diversi spunti divertenti e tanti momenti leggeri che faranno sorridere un pubblico in cerca d’evasione che sceglie, volontariamente, di passare un’oretta al cinema per sfuggire alla routine quotidiana, sorridere un po’ della vita e cercare un modo per reagire positivamente agli alti e bassi della fortuna.

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