The Transporter Legacy: recensione del film con Ed Skrein

The Transporter Legacy

A qualche anno dal grande successo della trilogia The Transporter con Jason Statham, Luc Besson ci riprova con nuove storie, nuova location e un nuovo protagonista. Accanto a lui, a dirigere The Transporter Legacy, l’amico Camille Delamarre con cui l’anno scorso ha portato sullo schermo il thriller Brick Mansion e come nuovo ’transporter’ Ed Skrein.

 

La scena si sposta sulla bellissima costa del sud della Francia, tra fantastiche location e strade tutte curve, perfette per corse mozzafiato. Frank Martin (Ed Skrein) non è un semplice autista, ma è conosciuto come “il trasportatore” che con pochissime domande, un prezzo alto e grande professionalità porta a segno qualsiasi consegna. Tutto finché la sua ultima cliente, Anna (Loan Chabanol), non lo coinvolge in una rapina in banca costringendolo a scappare con la sua Audi tra le stradine del Principato di Monaco, inseguito da decine di macchine della polizia.

Il nuovo Frank Martin, oltre ad avere il volto di Skrein (il primo Daario Naharis di Game of Thrones) non usa armi da fuoco ma fa affidamento solo sulle sue mosse di combattimento, un mix di Krav Maga,Kali, lotta filippina con il bastone, boxe e corpo a corpo, il tutto rimanendo sempre elegante e perfetto nel suo completo nero Dior, strizzando l’occhio al compaesano James Bond. L’amore per le macchine di Delamarre si nota subito: le riprese sono precise e gli stunt negli inseguimenti studiatissimi. La vera protagonista di The Transporter Legacy rimane la macchina, la Audi S8 2012 che Martin guida, e che in particolare nelle prime sequenze del film sembra essere al centro di uno spot televisivo: guarda come sterza, guarda che presa hanno le gomme sul bagnato, guarda com’è automatizzata…

The Transporter Legacy, reboot

The Transporter LegacyLe premesse per un buon reboot c’erano: belle macchine, belle donne, combattimenti vari… ma The Trasporter Legacy non esplora nulla di nuovo ma anzi si ferma molto prima di riuscire a spiegare qualcosa. Si parte dalla storia personale di Frank Martin, impossibile da capire per chi non ha visto la trilogia precedente (chi è? che problemi ha con le armi? e con il padre? quando ci avete detto che era un ex-soldato?) fino ad arrivare a tutte le sotto trame buttate a caso durante lo svolgimento e che non vengono, e mai verranno, esplorate prima del finale.

Ed Skrein fa bene il suo lavoro, si è allenato duramente e porta bene sullo schermo un personaggio così duro e serio (forse grazie alla mono-espressione ma magari grazie a talento!), ma la stessa cosa non si può dire di Loan Chabanol, elevata non si sa perché a femme-fatale, che fa quasi ridere grazie ai suoi atteggiamenti seducenti al limite del caricaturale. Salva la situazione con il suo personaggio leggero, Ray Stevenson.

Il film distribuito in Italia in 200 copie è al cinema dal 24 settembre 2015.

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Serena Concato
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Serena Concato
Faccio parte della famiglia di Cinefilos dal 2013 per cui scrivo, intervisto e recensisco. Mi appassiona tutto lo star system, dai red carpet ai gossip, fino a sapere vita, morte e miracoli delle celebrities! Amo viaggiare e il mio desiderio più grande è trasferirmi a LA!
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