Tokyo Love Hotel Hiroki RyuichiA Tokyo, Toru gestisce l’hotel Atlas, uno dei tanto Love Hotel del quartiere a luci rosse Kabukicho, dove, durante un giorno e una notte si incontreranno persone, amanti, finiranno storie, ci saranno liti.

 

Ryuchi Hiroki si è fatto le ossa nel cinema negli anni ’80, girando dei film softcore, chiamati pink eiga. Da lì è arrivato al Sundance Film Festival di Robert Redford e po, tornato in patria, ha ottenuto finalmente un discreto successo, con una serie di film con protagoniste femminili forti ma che si trovano sempre in situazioni critiche e di cambiamento, dove la matrice erotica non è messa da parte. Tokyo Love Hotel di uscita nelle nostre sale dal 30 giugno non fa eccezione.

Il film, selezionato al Far East Festival di Udine, che da anni seleziona le migliori pellicole del lontano oriente e distribuito da Tucker film, è un ritratto e con pochi fronzoli di una Tokyo contemporanea, in cui emergono le contraddizioni e i costumi di una cultura lontana da noi.

Non è un film descrittivo; la città di Tokyo non è per niente presente se non dai panorami intravisti dalle case dei protagonisti; Hiroki si concentra sui suoi personaggi e sulla loro ricerca di amore attraverso, anche, il sesso.

Tokyo Love Hotel film 2016Tra i protagonisti, c’è un’attrice già presente in altri film del regista giapponese, che ha iniziato la sua carriera come cantante in una band giovanile, Maeda Atsuko.

Oltre all’intreccio delle storie e all’erotismo, al film si aggiunge anche una discreta dose di umorismo, a volte anche dissacrante, che stempera  le situazioni più drammatiche e tabù.

La forza delle protagoniste femminili, in particolare di Maeda Atsuko e di Lee Eun-Woo, ricordano le donne create dallo scrittore Haruki Murakami che racconta  sempre di donne forti, indipendenti e determinate.

Attraverso questo film si sbircia la quotidianità di una cultura diversa dalla nostra, capendo le differenze che ci allontanano, ma anche le similitudini di spirito che ci accomunano.

Per l’edizione italiana il film ha una locandina molto d’impatto realizzata da Guido Scarabattolo, già illustratore delle copertine dei libri della casa editrice Guanda.

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Alice Vivona
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Alice Vivona
Laureata in filmologia all'universitá Roma Tre con una tesi sul cinema afroamericano. Si guadagna il pane facendo la video editor, ma ama scrivere dei film che vede, anche su superficialia.tumblr.com Scrive per cinefilos da Settembre 2010
tokyo-love-hotel-recensioneAttraverso questo film si sbircia la quotidianità di una cultura diversa dalla nostra, capendo le differenze che ci allontanano, ma anche le similitudini di spirito che ci accomunano.