
In un periodo in cui Hollywood sforna biopic e remake a profusione, essere originali proprio attraverso questi percorsi è estremamente difficile, ma il produttore (The Tree of Life, Into the Wild) votatosi alla regia Bill Pohlad sceglie una via poco trafficata, un tratto personale, un occhio a cavallo di una generazione per raccontare la straordinaria vita, la malattia, la musica e l’amore di Brian Wilson, brillante artista, musicista ispirato e sperimentatore, patrimonio artistico del nostro tempo, cuore dei Beach Boys. Love and Mercy è incentrato in un momento storico in cui in Europa infuriava la lotta tra Beatles e Rolling Stones, e dall’America arrivavano le ondate di folck di Bob Dylan e il rock culminato con Woodstock, la musica leggera, orecchiabile, rassicurante e casalinga di questi fratelli/cugini/amici è passata ingiustamente in sordina, fino a che non è arrivata Pet Sounds, un album di rottura, artistica e personale della band, che ha messo in luce Wilson come vero talento del gruppo.
Love and Mercy di Pohlad si focalizza su due momenti fondamentali per la musica e la vita di Wilson: da una parte un giovane Brian (Paul Dano) cerca di barcamenarsi tra la sua ispirazione violenta e urgente e l’ottica imprenditoriale e più chiusa, pragmatica, dei suoi compagni; dall’altra un Brian più maturo (John Cusack) fa i conti con la malattia mentale e la prigionia, letteralmente, a cui lo costringe il suo psichiatra Eugene Landy (Paul Giamatti) nel momento in cui Wilson incontra l’amore della sua vita, Melinda Laedbetter (Elizabeth Banks).

Love and Mercy attinge a piene mani a tutte le tecniche di montaggio musicale e sonoro per mettere in scena una melodia che nasceva nella testa di Wilson e che l’artista cercava di tirare fuori, anche attraverso la sperimentazione forsennata, con tecniche e metodi poco ortodossi e per questo poco compresi. Un passato di abusi e una sensibilità fuori dal comune hanno fatto di Wilson uno degli artisti più sensibili e importanti per la musica del nostro tempo, un artista poco celebrato a cui Love and Mercy porge un tributo dovuto e riuscito, aggirando i luoghi comuni e offrendo la possibilità di conoscere uno dei più grandi musicisti del secolo.
