Back to 1942: recensione del film con Adrien Brody

Back to 1942 film

Il regista Feng Xiaogang, notissimo in Cina per i suoi film “sbanca botteghino” si è voluto prendere un rischio e ha messo in piedi una poderosa macchina produttiva, per un costo di circa 35 milioni di dollari, mettendo in scena questo vero e proprio esodo di massa, un episodio sconosciuto a più della metà della popolazione cinese contemporanea e attuale. Con Back to 1942, il regista racconta con uno stile epico la fuga dalla fame della popolazione della regione dell’Henan, i tentativi di portare all’attenzione del Governo cinese questa situazione drammatica da parte del giornalista del NY Times, Theodore White (Adrien Brody), il coinvolgimento piuttosto marginale della comunità religiosa cattolica cinese e la riluttanza dei capi ad interessarsi e a risolvere concretamente il problema della fame e della carestia.

Nel film Back to 1942 la Seconda Guerra Mondiale dilania la popolazione mondiale e nella regione nel cuore della Cina incombe una tremenda carestia che costringerà 10 milioni di persone ad abbandonare le proprie case e spostarsi a ovest, alla ricerca di cibo e di salvezza. Il Governo centrale non bene al corrente della dimensione della tragedia, o forse mancando di proposito della volontà di aiutare i civili, lasciò morire di fame oltre 3 milioni di persone.

Back to 1942 film

Back to 1942, il film

Il regista riesce a trattare con occhio lucido ma anche abbastanza coinvolto il dramma umano che a più livelli coinvolge i dolorosi protagonisti della vicenda. Back to 1942 che ha anche la valenza documentaristica che può avere un film sulla deportazione degli ebrei da parte dei nazisti, per la portata storica e l’intensità drammatica. La ricostruzione scenografica e costumistica rivela una grandissima cura del dettaglio e una grande attenzione alla verità storica. Back to 1942, annunciato come un Via col Vento d’oriente, è un bell’esempio di film storico che non mancherà di stupire, soprattutto in patria.

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