& Sons: recensione del film che riflette sul peso dell’eredità e delle menzogne familiari – #RoFF20

Il film è stato presentato nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma 2025, dove lo abbiamo visto in anteprima.

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La famiglia è un terreno fragile, fatto di legami, omissioni e ferite sempre pronte a riaprirsi. In & Sons, diretto da Pablo Tropero e scritto insieme a Sarah Polley dal romanzo di David Gilbert, la complessità dei rapporti familiari diventa il cuore di un dramma che alterna realismo e suggestioni quasi metafisiche. Il film è un viaggio dentro l’intimità di un padre e dei suoi figli, ma anche dentro il concetto stesso di identità, in una riflessione sul peso dell’eredità e sul valore della verità.

Ciò che distingue & Sons da molti altri drammi familiari è la sua natura ambigua: sotto la superficie di una storia di riconciliazioni e rancori si nasconde qualcosa di più audace e sorprendente. Un colpo di scena centrale, che è meglio non rivelare, trasforma la narrazione in un racconto poetico e quasi fantascientifico, dove la realtà sembra piegarsi al bisogno umano di lasciare un segno, di essere ricordati anche quando la memoria tradisce.

Un padre, tre figli e un segreto che riscrive tutto

La storia inizia nella casa disordinata di Andrew Dyer (Bill Nighy), scrittore celebre ma ormai in declino, che vive isolato tra bottiglie di whisky e manoscritti dimenticati. Accanto a lui c’è solo Andy Jr. (Noah Jupe), il figlio nato da una relazione extraconiugale. Quando Andrew convoca anche i suoi due figli maggiori, Richard (Johnny Flynn) e Jamie (George MacKay), il loro ritorno è tutt’altro che affettuoso. Il padre ha un annuncio da fare, un segreto capace di riscrivere la loro storia.

Ciò che segue è un dramma familiare carico di tensione e di ironia amara, dove il passato riaffiora come un fantasma. La rivelazione non riguarda solo la verità su Andy, ma la fragilità di tutti i legami che tengono insieme la famiglia Dyer. Il film diventa così una lunga resa dei conti: quella di un uomo che ha costruito la propria vita sulle parole, ma che non ha mai saputo usarle per chiedere perdono.

Un racconto di padri e figli tra ironia e malinconia

Tropero dirige con equilibrio e sensibilità, alternando momenti di scontro a silenzi carichi di significato. La regia evita il sentimentalismo e preferisce lasciare spazio alla vulnerabilità dei personaggi. L’ironia, spesso cupa, serve a bilanciare la malinconia di un film che parla di fallimenti, ma anche di seconde possibilità.

Bill Nighy offre una delle sue interpretazioni più intense: il suo Andrew è vanitoso, fragile e al tempo stesso commovente. L’attore riesce a far emergere la contraddizione di un uomo che teme di morire dimenticato, e che cerca disperatamente di essere ancora padre. Accanto a lui, Flynn, MacKay e Jupe restituiscono con sincerità la rabbia e la confusione dei figli, ognuno in un diverso stadio di disillusione.

Ma è Imelda Staunton, nei panni dell’ex moglie di Andrew, a regalare al film i momenti più intensi. Ogni sua apparizione porta con sé un’emozione trattenuta, una verità che spezza il ritmo e costringe lo spettatore a fare i conti con il dolore. Staunton incarna la dignità ferita di chi ha scelto di sopravvivere all’amore, e la sua presenza eleva ogni scena in cui compare.

I limiti di un’opera ambiziosa ma sincera

Nonostante la forza del suo impianto emotivo, & Sons non è privo di imperfezioni. La seconda parte inserisce troppe sottotrame e colpi di scena che rischiano di appesantire la narrazione, allontanandola dal suo nucleo più autentico. A volte la sceneggiatura sembra voler dimostrare troppo, come se il film temesse la semplicità.

Eppure, anche nei suoi momenti meno riusciti, l’opera di Tropero e Polley resta profondamente umana. È un film che parla di perdono, di rimpianti e di memoria, e che sa trovare la verità nei dettagli più piccoli: un gesto esitante, uno sguardo che chiede scusa, un silenzio che dice tutto.

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Sommario

È un film che parla di perdono, di rimpianti e di memoria, e che sa trovare la verità nei dettagli più piccoli.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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