La lezione, recensione del film con Stefano Accorsi e Matilda de Angelis – #RoFF20

Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, La lezione di Stefano Mordini è un thriller psicologico elegante e inquieto che indaga il confine tra amore e possesso, verità e manipolazione, con ottime interpretazioni di Matilda De Angelis e Stefano Accorsi.

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La lezione, diretto da Stefano Mordini e scritto da Luca Infascelli e dallo stesso Mordini, è un thriller psicologico ispirato al romanzo di Marco Franzoso. Distribuito da Vision Italia, arriverà in sala il 5 marzo 2026. Nel cast spiccano Matilda De Angelis, Stefano Accorsi e Eugenio Franceschini. Ambientato in una Trieste elegante e ambigua, il film racconta il meccanismo sottile dello stalking, la manipolazione e il fragile confine tra verità, percezione e potere emotivo.

Il caso Walder e l’avvocata Elisabetta

Elisabetta (Matilda De Angelis) è un’avvocata affermata di Trieste. All’inizio del film la vediamo celebrare una vittoria: la donna che accusava di violenza sessuale il suo assistito, il professor Angelo Walder (Stefano Accorsi), ha ritrattato le accuse. Ma dietro quel successo professionale si nasconde un vuoto. La lezione ci introduce gradualmente nella vita privata dell’avvocata, dove riaffiorano le memorie di un passato segnato da uno stalking ossessivo e da una paura che sembra tornare.

Il film non procede mai per scontati colpi di scena: il thriller si costruisce su uno sguardo interno, psicologico, in cui la tensione nasce dal dubbio e non dalla rivelazione. Chi manipola chi? Chi detiene davvero il potere in questa relazione ambigua? La lezione esplora questi interrogativi con un tono sobrio ma inquietante, lasciando che siano i silenzi e gli sguardi a parlare.

Crediti Camilla Cattabriga

Trieste, città dell’anima

Nel romanzo di Franzoso la storia si svolgeva tra le colline romagnole, ma Mordini sceglie Trieste come scenario per la sua “lezione”. Una scelta tutt’altro che casuale. “Serviva un’Italia che si proiettasse verso l’esterno,” ha spiegato il regista, “una città mitteleuropea, elegante e cortese nei rapporti, ma capace di nascondere altro.”

La fotografia sfrutta la luce tagliente del nord-est, il vento che soffia come elemento di disturbo e le architetture razionali che diventano metafora del controllo. Trieste, con il suo fascino freddo e le sue prospettive oblique, diventa un personaggio a sé, specchio dell’animo della protagonista: lucida, razionale, ma attraversata da correnti invisibili di inquietudine.

La lezione: amore, possesso e sesto senso

Il titolo non è solo metaforico. Nel film, una delle lezioni è quella che Elisabetta deve imparare — e che lo spettatore è invitato a condividere: l’amore non è possesso, ma azione, relazione, scelta. Mordini costruisce una tensione costante tra verità e interpretazione, mostrando come la manipolazione possa insinuarsi nei rapporti più intimi fino a deformarli.

Il film suggerisce che riconoscere il meccanismo della manipolazione e del narcisismo, affidarsi al proprio sesto senso, sia già di per sé un atto di libertà, una lezione da imparare per evitare che si ripeta.

Crediti Camilla Cattabriga

Gli attori e il lavoro sui personaggi

Matilda De Angelis offre un’interpretazione intensa: costruisce un personaggio forte ma vulnerabile, capace di restituire la complessità della vittima senza cadere in cliché. Come lei stessa ha spiegato in conferenza stampa, era importante “togliere il preconcetto che la vittima debba avere un determinato tipo di caratteristiche per essere creduta”.

Accanto a lei, Stefano Accorsi sorprende per misura e profondità: il suo Walder è un uomo ambiguo, professore di Storia all’università, affascinante e inquietante, che non cerca giustificazioni ma mostra la fragilità di chi confonde l’amore con il controllo. “Il cinema,” ha detto Accorsi, “ha ancora la forza di raccontare storie complesse, al di là dei facili giudizi.” De Angelis e Accorsi sono tornati a recitare insieme dopo Veloce come il vento, film di esordio della giovane attrice.

Completa il trio Eugenio Franceschini, in un ruolo più contenuto (l’ispettore di polizia) ma essenziale per ancorare la vicenda a una realtà emotiva concreta.

Crediti Camilla Cattabriga

La lezione: una riflessione contemporanea

Lo stalking e la violenza di genere non vengono trattati in termini moralistici, ma come dinamiche sistemiche, frutto di una cultura che ancora oggi fatica a riconoscere la responsabilità collettiva. Mordini non cerca ambiguità morali, ma invita al dubbio, alla riflessione.

La lezione del film è che la verità – come suggeriva Foucault con il concetto (citato nella pellicola) di parhesia – è qualcosa che richiede coraggio: la capacità di parlare, ascoltare e riconoscere il dolore altrui. E proprio questa capacità sembra mancare alla società che circonda Elisabetta, incapace di vedere la sua solitudine e la sua paura.

Un thriller che dà voce ai colpevoli

Con La lezione, Stefano Mordini firma un progetto lontano da ogni spettacolarizzazione, sceglie la via della sobrietà e del turbamento interiore, offrendo un film che parla non solo di stalking e di violenza psicologica, ma anche del bisogno universale di essere riconosciuti e rispettati. La tensione è costruita con eleganza e la sceneggiatura di Infascelli e Mordini riesce a fondere introspezione e ritmo narrativo in modo naturale.

La lezione
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Sommario

Un thriller psicologico raffinato e teso: La lezione conferma la solidità di Mordini e le ottime prove di De Angelis e Accorsi.

Camilla Tettoni
Camilla Tettoni
Romana, classe 1997, è laureata in Lettere Moderne all’Università di Siena e in Italianistica all’Università di Bologna, con lode. Ha conseguito un Master in International Journalism presso l’University of Stirling e un corso avanzato in Geopolitica presso la Scuola di Limes. Appassionata di cinema, dal 2025 collabora con Cinefilos.it con recensioni e approfondimenti cinematografici, affiancando attività di critica culturale e pubblicazioni su riviste italiane e internazionali.

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