Dopo il grande successo internazionale di Citadel, i Fratelli Russo e Prime Video portano alla luce la prima serie “figlia” del loro ambiziosissimo progetto globale: Citadel: Diana arriva sulla piattaforma a partire dal 10 ottobre con 6 episodi carichi di azione e con una Matilda De Angelis che non fa prigionieri, non solo perché la sua Diana è letale, ma anche perché in questo ruolo con quel taglio asimmetrico che è già iconico, l’interprete bolognese è irresistibile. Diretta da Arnaldo Catinari, sviluppata da Alessandro Fabbri, scritta da Alessandro Fabbri, Ilaria Bernardini, Gianluca Bernardini, Laura Colella e Giordana Mari con Gina Gardini in veste di showrunner e executive producer, Citadel: Diana è un piccolo gioiello di televisione di genere, una dimostrazione di alta professionalità e capacità tecnica e artistica di una squadra di talenti italiani che vanno a braccetto con le grandi produzioni statunitensi raggiungendo risultati anche migliori. Al centro dell’azione e dell’attenzione c’è, come detto, Matilda De Angelis, eroina action che il mondo ci invidierà.
La storia di Citadel: Diana
Milano, 2030: otto anni fa l’agenzia indipendente di spionaggio Citadel è stata distrutta da una potente organizzazione rivale, Manticore. Da allora, Diana Cavalieri (Matilda De Angelis), spia di Citadel sotto copertura, è rimasta sola, intrappolata tra le linee nemiche come infiltrata in Manticore. Quando finalmente le si presenta l’occasione di uscirne e sparire per sempre, l’unico modo per farlo è fidarsi del più inaspettato degli alleati, Edo Zani (Lorenzo Cervasio), l’erede di Manticore Italia e figlio del capo dell’organizzazione, Ettore Zani (Maurizio Lombardi), in lotta per la supremazia contro le altre famiglie europee.
Diana, la spia che amava
La serie diretta da Arnaldo Catinari è un prodotto action/crime assolutamente credibile, una spy story che si regge sui colpi di scena e i voltafaccia, sfruttando a pieno ogni tropo del genere e declinandolo in base alla circostanza per dare vita a una storia solida e coesa, guidata con fierezza dalla sua protagonista. Diana, una donna forte e risoluta, allenata a esserlo, certo, ma anche mossa da una volontà di ferro che la guida con perseveranza lungo il sentiero della ricerca della verità. L’aspetto veramente vincente del personaggio, reso con grande versatilità e delicatezza da De Angelis, è proprio la ricchezza di aspetti che presenta: imperscrutabile eppure gonfia di emozione, delicata e gentile, e allo stesso tempo letale, indipendente e bisognosa di aiuto, solitaria ma alla continua ricerca degli affetti familiari, allontanati dalle sue scelte di vita.
Davvero è lei il cuore della serie, protagonista magnetica e bilancia etica di un mondo in cui la morale trova sempre poco spazio rispetto all’ambizione e alla sete di potere. È il perfetto contraltare per il malvagio e affascinante Ettore Zani ed è assolutamente ovvio e prevedibile che Edo Zani invece si trovi incline a collaborare con lei, lui che per Manticore vorrebbe un futuro molto diverso rispetto alla situazione presente.
Uno spin off molto indipendente dalla serie madre
Da un punto di vista dell’inserimento di Diana nell’universo di Citadel, i riferimenti alla serie madre si riducono a pochi easter egg e probabilmente una maggiore compenetrazione delle due storie e realtà, anche se sicuramente più difficile da coordinare, avrebbe potuto rendere ancora più interessante questo mondo. Oltre a questo aspetto narrativo, sembra degna di nota la scelta di Prime Video di rendere disponibili contemporaneamente tutti e sei gli episodi il 10 ottobre, nonostante le puntate siano strutturate evidentemente (cominciano con il classico “nelle puntate precedenti” e finiscono con un “prossimamente”) per la messa in onda settimanale. Questa scelta avrebbe consentito alla serie di mantenere lo spettatore nel mondo di Citadel fino all’arrivo dello spin off indiano, Citadel: Honey Bunny, atteso per dicembre. Una scelta che avrà alla base una strategia precisa, che però al momento non riusciamo a spiegarci.
Una spy story all’italiana
Si potrebbe definire Citadel: Diana una riuscita spy story “all’italiana” nella misura in cui la serie abbraccia i canoni del genere pur mantenendo una componente soapoperistica che rende i personaggi emotivamente aperti e interessanti anche per un pubblico non esattamente avvezzo alle storie di spie a là James Bond. Diana è un’eroina, una spia, un’assassina, una sorella/figlia, una donna alla ricerca della verità, una persona mossa dall’amore e proprio la sua ricchezza la rende comunicativa e accessibile.
Citadel: Diana
Sommario
Citadel: Diana segue le vicende di una donna dal cuore grande, che nonostante sia una spia letale e formidabile, non smette mai di essere una donna alla ricerca della verità.